Voci di uomini e donne che vogliono combattere la violenza

L’evento martedì 23 nella sede milanese di via Tadino, in vista della Giornata contro la violenza sulle donne

“Voci di uomini e donne che vogliono combattere la violenza” è il titolo dell’incontro che, martedì 23 novembre, si è riunito nella sede Cisl Milano Metropoli di via Tadino.
Donne e uomini pensionate e pensionati hanno vissuto intensi momenti di riflessione sul prezzo che le donne pagano quando diventano vittime di violenza e anche su quanto possa incidere, negli affetti e nelle relazioni d’amore, il bisogno di questi uomini violenti di esercitare il loro potere sulla donna che “credono” di amare, le conseguenze delle loro rabbie, ma soprattutto delle loro paure.
Le letture delle testimonianze raccolte in “Ferite a morte” da Serena Dandini presso i Centri di aiuto hanno lasciato segni profondi di vissuti calpestati nel silenzio, nell’abbandono e nel “lo sapevano tutti, ma nessuno ha fatto nulla”.

Ad oggi sono 103 le donne in Italia uccise nel 2021, ben il 3% in più dello scorso anno. E questo avviene a tutte le età, anche nelle donne anziane dove si stima che ben 2,5 milioni di donne sono state vittime di abusi e violenze. Sono abusi e violenze caratterizzate per lo più dall’abbandono, l’incuria, la dipendenza economica quando avvengono nelle mura domestiche e dalle truffe, dai furti e dagli accanimenti sulle fragilità fisiche quando avvengono fuori casa. Il confronto con i vissuti degli uomini violenti, attraverso le testimonianze lette proprio dagli uomini presenti all’incontro, ha fatto scoprire scenari di abusi, violenze, fisiche, verbali profonde, devastanti ma utili a prendere coscienza di quanto possano danneggiare e farci male gli “amori malati”, quelli agiti nel possesso della cosa amata e non nel rispetto delle diversità e della dignità di ciascuno.

Voci di uomini e donne che vogliono combattere la violenza

Qualcosa sta cambiando: ci sono uomini che vogliono cambiare e incominciano ad inserirsi in percorsi di recupero delle violenze e delle morti che hanno provocato interrogandosi su cosa fa ammalare l’amore per le loro compagne, cosa serve per tutelare la dignità loro e di chi pensano di amare. E ci sono anche associazioni e gruppi di uomini che si aiutano l’un l’altro ad uscire dal tunnel di violenza in cui sono finiti.

Alcune testimonianze hanno evidenziato come si stanno attrezzando anche le forze dell’ordine, in rete con ospedali e centri di aiuto alle donne maltrattate, con il programma Zeus che forma gli operatori di questi servizi ad attivare servizi di ascolto e percorsi di accompagnamento al recupero dei maltrattanti, ma anche alla tutela delle donne e dei famigliari coinvolti. L’approvazione del Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023 può costituire un ulteriore passo verso il contrasto a questi fenomeni di violenza, soprattutto là dove prevede un potenziamento ed estensione delle attuali risorse per i centri anti-violenza e le case rifugio.

Si annunciano misure volte ad assimilare, in quanto compatibile, la tutela delle donne che denunciano a quelle dei testimoni di giustizia, rafforzando la rete territoriale degli aiuti e l’estensione delle misure economiche, abitative e di protezione già previste nella legge n.6 del 2018 per essere accanto alle donne che sono vittime di violenza e aiutarle concretamente a uscirne.
Nel bando da 300 milioni per il ripristino e la valorizzazione dei beni sequestrati alle mafie si prevede, inoltre, un ‘punteggio aggiuntivo’, e quindi una corsia preferenziale, per i progetti volti a istituire i Centri Antiviolenza”, come ha annunciato la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna all’incontro degli assessori regionali alle Pari Opportunità, riuniti con le ministre Mariastella Gelmini e Elena Bonetti per fare il punto sul Piano Nazionale Antiviolenza.

Testo a cura di Nadia Bertin

 

Guarda il servizio di Mauro Cereda “Violenza contro le donne: sindacato, associazionismo, forze di polizia per contrastare il fenomeno”.