L’indagine di Cisl Milano sul carovita è stata ripresa anche dal programma L’Aria che tira
Vivere a Milano è sempre più difficile per i cittadini a basso reddito, ma anche per i ceti medi. Un’indagine a cura di Cisl Milano, ripresa, tra l’altro, dall’ultima puntata stagionale de L’Aria che tira, sul canale televisivo La 7 alcuni giorni fa, conferma quello che i residenti del capoluogo lombardo dicono da tempo. L’inflazione degli ultimi due anni si è aggiunta alle dinamiche locali del mercato, immobiliare e non: il risultato, prezzi sempre in aumento per generi alimentari, affitti, bollette, servizi di trasporto e acquisti di veicoli privati. Persino acquistare una bicicletta, in alternativa all’auto o ai mezzi pubblici, costa il 9 per cento in più rispetto all’anno scorso. Solo la tassa rifiuti ha visto un calo, mentre acqua, gas, luce e fognature sono aumentati di percentuali ben sopra il 10 per cento.
Vivere a Milano: le testimonianze
Nel servizio andato in onda su La 7, alcuni abitanti ammettono a chiare lettere che vivere a Milano sta diventando insostenibile, anche con un lavoro a tempo indeterminato. Cisl Milano ricorda che, per quanto riguarda il costo delle case, dal 2017 ad oggi gli aumenti si aggirano sul 45 per cento, con incrementi differenziati a seconda delle zone.
In parte, la tendenza è dovuta a un fenomeno che non accade solo a Milano e che è noto come “gentrificazione”, una tendenza che parte dalla riqualificazione immobiliare per cambia il volto delle città, a favore dei redditi più alti.
Quali che siano le cause, Milano è diventata una città inospitale per le giovani generazioni, ad esempio, e per tutti coloro che sono in difficili situazioni economiche, perché sono disoccupati o perché hanno un lavoro precario o malpagato. L’indagine Cisl ricorda che non si tratta solo di fattori economici nazionali ma
“che siamo anche di fronte ad una forte speculazione che nessuno tenta di limitare e su cui non c’è controllo”.