Un sistema sanitario davvero per tutti: allarme e proposte della FNP Lombardia

“È importante non dimenticare che Il Ssn è stato sempre più aggredito da tagli e privatizzazioni soprattutto negli ultimi 10 anni. E mentre i finanziamenti per gli ospedali pubblici scendevano gli investimenti in sanità privata aumentavano, le liste d’attesa hanno continuato ad allungarsi, i giovani medici hanno scelto l’esilio al precariato sottopagato in Italia, gli infermieri e altri sanitari sono stati costretti spesso a carichi di lavoro sempre più pesanti, e i medici in attività sono diventati anche i più vecchi in Europa.”

Questo l’incipit del lungo documento della FNP Lombardia sui temi sanitari, con un titolo inequivocabile:

Sanità: prima, durante e dopo emergenza Covid. Curarsi sta forse diventando un privilegio da ricchi.

“La sanità sta pagando un pesante contributo alle politiche di contenimento dei costi messe in atto dai Governi succedutisi fino ad oggi, che hanno messo a dura prova bisogni e diritto alla salute dei cittadini.”

Scrivono i segretari del sindacato pensionati regionale, pur riconoscendo che: “i nostri medici, infermieri e operatori sanitari hanno dimostrato di essere all’altezza delle situazioni, anche dell’ultima emergenza sanitaria Covid.” e senza dimenticare: “La serie di piccoli miracoli ordinari che avvengono tutti i giorni negli ospedali nonostante i tagli lineari che hanno massacrato il Ssn: meno circa 75 mila posti letto, meno circa 10.000 professionisti, meno circa 200 ospedali chiusi, meno sostituzione di centinaia di macchinari ormai obsoleti, meno nuove e moderne strutture sanitarie in sostituzione di vecchi e inospitali edifici.”

“L’Italia ormai è diventato un paese ingiusto e iniquo a macchia di leopardo – prosegue il documento – a causa di un federalismo sanitario assurdo per cui alcune regioni garantiscono prestazioni che altre non hanno e/o mettono “balzelli” più o meno alti che in altre parti.

Sta di fatto che ormai, parliamo per la Lombardia dove abitiamo, per accedere con serenità alla sanità pubblica bisogna essere mediamente benestanti.

La sanità è sicuramente gratis in Italia solo per i tanti evasori totali, “veri ladri sociali” che non hanno mai versato un centesimo di tasse a scapito di lavoratori e pensionati, che si pagano anticipatamente la sanità con le tasse tra le più alte al mondo.”

Il tema dei costi viene approfondito ricordando come siano ormai i cittadini che “Si informano prima in ASST pubblica e poi in centro privato per comprendere dove spendono meno. Ed è normale che un cittadino, a volte sollecitato per un controllo da un medico, non aspetti mesi per verificare se è sano oppure malato.

Ma per far questo occorre avere i soldi e accedere alla cosiddetta “libera professione intramoenia”, la parola magica dove basta avere una carta di credito per avere la stessa prestazione del servizio sanitario pubblico, e magari con la stessa apparecchiatura utilizzata per i pazienti che sono invece costretti ad aspettare rassegnati in lista d’attesa.”

Per rilanciare il sistema sanitario, secondo la FNP, servono adeguati finanziamenti e risorse umane perché “senza acqua la papera non galleggia”, formulando un progetto organico di riordino del Ssn che deve coinvolgere anche il sociosanitario e le politiche assistenziali e sociali, attraverso un patto che coinvolga lo Stato, le regioni e i comuni e definendo un crono programma con obiettivi concreti a scadenza precise e con tappe precise verificabili a tutti i livelli.

In particolare andrà rilanciata la medicina territoriale, con la presa in carico della persona, sviluppando l’assistenza primaria “Sia in cronicità, assistenza domiciliare, telemedicina e sia come sviluppo della psichiatria, della riabilitazione, della prevenzione, della medicina scolastica, del sistema socio sanitario e delle RSA.”

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