Un sindacato che dice NO all’indifferenza e all’odio. Intervento di Annamaria Furlan su Avvenire

“Credo sia compito anche delle parti sociali e in particolare di una grande organizzazione sindacale come la CISL prendere posizione e non tacere di fronte a questo vento forte e pericoloso che si è alzato non solo in Italia ma in tutta Europa contro i principi sociali morali e culturali fondanti e condivisi della nostra comunità.

Su Avvenire l’avete chiamata la guerra alla solidarietà una guerra politica e mediatica. Cosa sta diventando questo Paese? (…) Sarebbe un errore sottovalutare questo clima di incitazione all’odio, questa continua sequela di provocazioni, che trovano un ‘humus’ fecondo nel linguaggio sguaiato e senza alcun controllo della rete, nella disinformazione organizzata e “squadrista”, nell’assenza di un progetto condiviso di rilancio dell’unificazione europea”.

Scrive così, Annamaria Furlan, sulle pagine dell'”L’Avvenire” e de “Il Secolo XIX”, commentando l’episodio dello striscione razzista contro Papa Francesco esposto davanti alla Basilica di S. Pietro e gli insulti a Don Giacomo Martino di Genova.

L’indifferenza è una malattia contagiosa, si mescola al peggio che è in noi e fa diventare buonismo tutto ciò che esprime umanità. Oggi salvare un uomo in mare viene additato come una colpa e si pensa persino di farne un gesto da multare. Povertà emarginazione diventano quasi un fenomeno fastidioso. Tutto ciò che riguarda gli aspetti umanitari viene visto come un qualcosa da mettere in discussione a partire dal ruolo del volontariato laico e cattolico che resiste eroicamente alle accuse infamanti e la sua Resistenza è un riscatto per tutti.

L’unità del sindacato deve servire anche a questo, perché la nostra è la cultura positiva che può fare da argine ai fantasmi del passato, alla sfida dei nazional-populismi, ad arrestare la visione miope e pericolosa di chi punta alla disgregazione per affermare solo la logica del più forte”.

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