Tonello: il progetto Europa ha bisogno di pace

Tonello 14 maggio 2024

Di seguito un estratto del discorso che Gabriella Tonello, segretaria generale Fnp Cisl Milano Metropoli, ha tenuto in apertura del Consiglio generale del 14 maggio a Milano.

 

In questi giorni ho riflettuto, pensando a quali argomenti avrei potuto usare per spiegare ai giovani l’Europa che va al voto.

Io confesso di avere provato una certa emozione, davanti al grande palazzo delle istituzioni a Bruxelles, nel leggere il nome di un italiano, Altiero Spinelli, che per primo, dal carcere di Ventotene, alla fine della seconda guerra mondiale, iniziò a pensare al progetto di una comunità europea.

Forse le ultime generazioni, che non hanno vissuto gli anni difficili del dopoguerra, le discussioni e le illusioni della nascita dell’unità europea, hanno un’immagine dell’Europa come qualcosa che c’è, che esiste a prescindere. Forse, anche tutti noi oggi non siamo davvero consapevoli della sfida che l’attualità ci presenta.

Le prossime elezioni europee non devono essere solo una presentazione di simboli e di liste ma un’occasione per guardare oltre. Una votazione dalla quale può uscire una visione che tradisce le motivazioni ideali dei fondatori dell’unità europea con l’obiettivo di libertà, difesa diritti umani, democrazia, pace.
Non può naufragare il “sogno” di una Europa unita, autorevole, inclusiva, capace, fedele alla sua tradizione, di indicare, dopo il fallimento del comunismo e del capitalismo, una nuova visione che porti ad un equo e rispettoso utilizzo sulla distribuzione delle risorse sia economiche che naturali, nel rispetto della dignità di ogni persona e dell’ambiente.

Per molti la percezione dell’Europa è che sia una sovrastruttura inutile se non dannosa, dipinta spesso come il luogo dove decidere come allevare, produrre, vendere, abitare, costruire. Si avverte la precarietà degli stati e dei popoli che la compongono, che non sono più e non potranno più essere quelli del passato, ma che non sono ancora quello che potrebbero essere in futuro: non c’è più la sovranità degli stati, ma non c’è ancora quella europea.

Inoltre, si avverte una diffusa sensazione che la sognata Europa dei popoli stia diventando o rischi di diventare l’Europa dei populismi, del rancore, del risentimento.
Il problema: non c’è ancora né la cultura né le istituzioni per governare un’Europa in un mondo globale cambiato, diverso da quello nel quale è stato firmato il trattato di Maastricht del 1992.
Europa e Stati nazionali pare non abbiano compreso fino in fondo il cambiamento che ha comportato la globalizzazione e l’interdipendenza tra gli stati del mondo. Recentemente Mario Draghi ha ribadito che l’Unione non può essere la somma di Stati nazionali portatori di interessi particolari.

La sfida è l’unità nella diversità. 

L’Unione europea non è un’opera finita ma un progetto con un percorso a tappe alcune delle quali già raggiunte come l’eliminazione delle frontiere (trattato di Schengen), la moneta unica, la progressiva armonizzazione delle legislazioni.

L’Europa deve restare coerente ai principi per cui è nata, più che mai attuali e fondamentali.

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Intervento_Tonello_Europa