Specialistica ambulatoriale: La Cisl prende posizione

“La Medicina Specialistica Ambulatoriale, ovvero la specialistica svolta nel territorio, che è anche deputata alla gestione dei pazienti cronici, oltre che a soddisfare le richieste di sanità di tutti i cittadini, versa in condizioni di estrema difficoltà, anche se in gran parte è ancora quella considerata un fiore all’occhiello della sanità per la ramificazione geografica dei presidi territoriali.”

Con queste parole inizia una lunga lettera che il Segretario Generale della Cisl Medici della Lombardia Danilo Mazzacane ha pubblicato nel sito quotidiano.sanità.it.

“Occorre prendere atto che la medicina specialistica ambulatoriale è quella di maggiore prossimità ai cittadini, e quindi ottimale per poter interagire con i Medici di medicina generale e i Pediatri di libera scelta. Risulta, tuttavia, difficile prevedere un ricambio generazionale con le attuali regole contrattuali nazionali. Le incompatibilità vigenti non permettono l’accesso ai giovani Medici, causando la chiusura dei servizi per mancanza di personale specializzato.”

E, sottolinea Mazzacane, le carenze del sistema le pagano i cittadini:

“La situazione degli ambulatori territoriali, specialmente a Milano, è ovunque disastrosa. La loro gestione presenta forti criticità, nonostante negli scorsi anni si siano realizzati progetti interessanti e positivi come quello del poliambulatorio Rugabella in occasione di EXPO 2015.”

“Le strutture” sottolinea il segretario della Cisl medici “sono sovente fatiscenti e prive di strumentazione moderna, tanto da obbligare i professionisti ad inviare necessariamente il paziente in ospedale per concludere il percorso diagnostico terapeutico.”

E ancora: “Occorrerebbe, nel breve periodo, aumentare le risorse economiche a disposizione del territorio, creando specifici spazi nei piccoli ospedali in fase di trasformazione, prevedendo nel contempo la necessaria sicurezza e la messa a norma delle strutture ambulatoriali.

Secondo Mazzacane urgono interventi di riorganizzazione a partire dalla Lombardia, affinché possa diventare un modello anche per altre regioni.

Dopo aver sottolineato anche le carenze di personale medico, conclude con amarezza: “La nostra Italia, a queste condizioni, non è più appetibile nemmeno per i Medici stranieri, e questo deve spingerci a trovare soluzioni immediate.”

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