Sfide e problemi della sanità italiana sotto la lente

L’intervista su Conquiste del lavoro a Emilio Didonè, che ricorda: la crisi affonda le radici in errori passati

Le sfide e i problemi della sanità italiana si possono ancora risolvere, a patto di volerlo, con finanziamenti adeguati e con una programmazione più oculata del futuro. Dopo la nota stampa di ieri, mercoledì 21 giugno, Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl, torna sul delicato tema del Servizio sanitario nazionale con un’intervista pubblicata su Conquiste del Lavoro.

Nella sua riflessione, Didonè ricorda che i punti deboli della sanità affondano le loro radici in errori politici di decenni fa. L’esempio più eclatante è la carenza di personale sanitario: se mancano infermieri, se i territori fanno fatica a reclutare medici di base, è evidente che la programmazione delle professioni sanitarie è stata lacunosa. Sui medici di base, osserva Didonè, non si risolve il problema aumentando il numero degli assistiti.

Dice Didonè:

“Si tratta di programmazione del personale, di migliorare le strutture e renderle più tecnologiche e digitali; si tratta soprattutto di organizzazione del lavoro. (…) Deve essere chiaro a tutti che le modifiche non si possono fare in un giorno. Per formare un medico ci vogliono sette anni, per un infermiere ce ne vogliono 3 minimo, quindi tutta l’operazione deve partire oggi per avere risultati (…) “.

Il segretario generale Fnp valuta positivo l’incontro tra i sindacati e il ministro Schillaci del 21 giugno. A proposito di sanità e di autonomia delle regioni, Didonè sottolinea che va chiarito di chi sono le responsabilità, qual è il ruolo dello Stato, ma dice anche che occorre intervenire quando qualcosa non va nelle Regioni.

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pdf_5086_Conquiste del Lavoro 22.06.23