Sfida alle solitudini urbane. Dalle piattaforme digitali alle nuove reti sociali.

Milano come molte altre metropoli europee vede negli ultimi anni forti cambiamenti nella composizione sociale e nei sistemi di convivenza sempre più frammentati e sempre più territori di solitudini, soprattutto tra gli anziani e le anziane.

Quale può essere la socialità in questi contesti e che ruolo possono avere le forme associative ed anche i sindacati, soprattutto il sindacato dei pensionati?

Se ne è parlato il 28 giugno scorso in un corso organizzato dalla FNP di Milano Metropoli a confronto con gli studi condotti da Ivana Pais sociologa dell’Università Cattolica e quelli di Marzia Pontone, consigliera del Comune di Milano che ha collaborato a ricerche sui cambiamenti demografici, i piani di welfare e dell’abitare in città.

A Milano aumentano sempre più le persone che vivono da sole, hanno raggiunto ormai oltre il 50% della popolazione.

Molti sono anziani, ben oltre il 33% della popolazione over 65 vive da sola, distribuita in tutti i municipi, ma soprattutto nelle periferie. (dati Cergas e Ufficio Statistico del Comune di Milano).

Una situazione in cui diventa difficile ricorrere ai tradizionali sistemi di sostegno all’assistenza e ai bisogni di welfare delegati fino ad ora per lo più alla famiglia. Questi e queste anziane soli non possono più ricorrere a questi riferimenti e alle tradizionali reti relazionali quando si trovano in difficoltà e in disagio economico o di salute.

E allora “occorre  ripensare ai sistemi di welfare e ai servizi cittadini che dovranno essere sempre più capaci di individuare  nuove risposte ai bisogni che mergono dall’indebolimento delle relazioni tra persone e dei legami famigliari”, ci dice Marzia Pontone.

Il Covid e la pandemia hanno poi accresciuto notevolmente questi fenomeni.

Se tra il 2010 e il 2019 Milano era ancora una metropoli in crescita (+ 6%), attrattiva non per nuove natalità ma per giovani alla ricerca di nuovi posti di lavoro e per la presenza di molti anziani; negli ultimi due anni, durante la pandemia i residenti sono calati (ben 12.000 residenti in meno), soprattutto tra gli over 75 (4641) e tra i 35 e 54 anni (7280).

Ora ben 54,9% dei residenti vive solo o sola. Serve al più presto attivare connettori di reti relazionali, affrontare il mondo delle solitudini a tutto campo: dal sociale, agli aiuti economici, all’abitare e alla prossimità ai servizi. Servono percorsi di avvicinamento alle strutture di assistenza, stabilizzare i progetti di monitoraggio telefonico, la telemedicina, promuovere il mondo del volontariato e il mutuo aiuto.

A questo sta pensando il progetto comunale “città amica degli anziani”, una città a 15 minuti dai servizi.

Ecco allora che le piattaforme sociali digitali possono correre in aiuto per rispondere a questi nuovi bisogni, come ci suggerisce sempre Marta Pontone. Piattaforme utili per arrivare alla teleassistenza, acquisto di medicine, soccorso di primo aiuto o altri servizi di sostegno alle incombenze quotidiane, corredate da adeguati sistemi abilitanti e di alfabetizzazione, avvalendosi anche dei Centri Civici, dei Centri per anziani, biblioteche. A tutto ciò potrebbe contribuire anche il sindacato, gestendo in prima persona o collaborando alle piattaforme digitali di mutuo aiuto e di nuove forme di socialità quali le videochat di ascolti contro la solitudine, o per aiuti sanitari, fare la spesa, accompagnare a qualche visita ecc.

Nadia Bertin

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