Sbarra interviene sul Def: impianto insufficiente

L’unica nota positiva è l’investimento per ridurre il cuneo fiscale, ha detto il segretario generale, ma la riforma previdenziale è ferma

Sbarra interviene sul Def, il Documento di economia e finanza approvato martedì 11 aprile dal Consiglio dei ministri. Per il segretario generale Cisl l’unica nota positiva è un investimento di tre miliardi per ridurre il cuneo fiscale, ma il testo appare un impianto “insufficiente” nei confronti dei problemi oggi più delicati e, tra questi, un punto debole è la riforma delle pensioni.

Conquiste del Lavoro osserva che “se già con la legge di Bilancio l’esecutivo aveva deciso che, per far fronte all’inflazione, il valore delle pensioni sarebbe aumentato dal 2023 in poi, ma con percentuali diverse a seconda dell’importo, ora con i numeri dolorosi del Def non sarà possibile mettere mano al comparto previdenza”.

Corriere della sera ricorda che nel Def i margini di manovra appaiono, in effetti, limitati e che il Prodotto interno lordo dovrebbe crescere dell’1 per cento nel 2023, mentre per il 2024 le previsioni sono state corrette al ribasso, passando dall’1,9 per cento all’1,5 per cento.
Di fronte a questo scenario, è chiara la preoccupazione dei sindacati.

Come aveva già ricordato Ignazio Ganga, nella nota del 13 aprile, per Sbarra è necessario riformare la legge Fornero e negoziare misure di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro. La richiesta è quella di riattivare il tavolo di confronto fermo dal 13 febbraio:

“Bisogna intervenire subito sulla previdenza: i lavoratori e i pensionati non possono più aspettare. Flessibilità, opzione donna, giovani, sostegno a chi svolge il lavoro gravoso, previdenza complementare e tutela del potere di acquisto delle pensioni sono le priorità della Cisl.”

Cgil, Cisl e Uil ribadiscono intanto l’appuntamento con la mobilitazione decisa con le tre assemblee interregionali a Bologna, Milano e a Napoli.