RSA. Una strage da interrompere: Fontana, batti un colpo

La situazione delle case di cura per anziani si fa sempre più grave e, finalmente, anche i grandi giornali cominciano ad occuparsene con articoli inequivocabili.

I sindacati, in particolare la FNP CISL, che già dai primi di marzo avevano sollevato il problema senza ottenere risposte e nemmeno un minimo di ascolto da parte dell’Agenzia della Tutela della Salute (ATS) milanese e tantomeno dalla Regione, non si danno per vinti e continuano a richiedere alle istituzioni competenti degli interventi urgenti che possano interrompere quella che è ormai una vera strage che, almeno in parte, poteva essere evitata.

Dopo la lettera al Prefetto nella quale FNP SPI UILP chiedevano al Prefetto di Milano un monitoraggio accurato su quanto stava avvenendo, ora le confederazioni CGIL CISL UIL milanesi, insieme ai sindacati dei pensionati, della Funzione Pubblica e del terziario (che organizzano una parte delle cooperative che lavorano nelle residenze per anziani), si rivolgono direttamente al presidente Fontana e nuovamente alla ATS, con una lettera molto chiara indirizzata anche al sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Sala.

“Ogni giorno leggiamo sui quotidiani della drammatica situazione che investe le RSA dell’area metropolitana Milanese. È di questi giorni il dramma del Pio Albergo Trivulzio, della gestione a dir poco sconsiderata dell’emergenza sanitaria, denunciata dal Sindacato. Gestione sulla quale ha aperto una indagine la magistratura. Quello che serve ora è l’avvio di una riflessione su ciò che non ha funzionato, su ciò che è necessario fare ora e su ciò che sarà necessario fare nel futuro perché tutto questo non debba più accadere.”

I sindacati ribadiscono in modo puntuale le loro richieste che finora sono rimaste in gran parte inascoltate: “Le RSA non avevano protocolli adeguati per affrontare questa emergenza, ed è venuta a mancare l’indicazione di come mettere in sicurezza queste strutture ed i pazienti al loro interno, persone fragili e le più esposte al rischio del contagio. Vanno distribuiti i DPI a tutto il personale e fatta un’accurata formazione e informazione affinché possano operare in sicurezza. Va immediatamente fatto il tampone a tutti gli ospiti e a tutto il personale, mettendo in quarantena il personale positivo e separando gli ospiti che hanno contratto l’infezione da quelli che non l’hanno contratta. Non sono più tollerabili rinvii.”

E ancora: “Occorre dotare tutte le RSA di personale specialistico, di attrezzatura e di farmaci specifici al fine di poter curare nella struttura i malati meno gravi, trasportando quelli più gravi nelle strutture ospedaliere, perché tutti hanno diritto alle migliori cure. In altri termini, bisogna agire nella direzione contraria a quanto stabilito nella delibera con cui si chiedeva alle RSA di accogliere i pazienti Covid positivi e pazienti negativi in dimissione dagli ospedali.”

Le notizie che arrivano dalle Residenze Assistenziali per Anziani (RSA) sono ormai da bollettino da guerra: Oltre cento morti al Pio Albergo Trivulzio in marzo, 27 nei primi giorni di aprile; 64 nella casa di cura di Mediglia; 60 al Redaelli di Milano, con quasi 130 positivi al Covid-19; 40 nella RSA Ferrari nella zona Corvetto e si potrebbe proseguire.

Gran parte dei morti non vengono classificati come conseguenza del contagio perché spesso non sono stati fatti i tamponi per rilevare il virus, ma basta confrontare i morti nel periodo corrispondente negli anni precedenti per rendersi conto che i decessi si sono moltiplicati per due, e altre volte per tre o quattro.

Secondo la FNP, una particolare attenzione va posta nei confronti delle piccole RSA, pensiamo alla Mario Leoni di Mesero dove a marzo sono morte 20 persone su 60 ricoverati (uno su tre!).

Va ricordato che tutto era cominciato a Legnano quando, all’inizio di marzo, un dirigente coraggioso della RSA S. Erasmo aveva denunciato che all’interno vi erano delle persone sintomatiche al virus e che, nonostante le loro richieste, la AST si rifiutava di fare tamponi e di fornire i dispositivi necessari ad evitare la propagazione del contagio.

Lo stesso avveniva anche nelle altre RSA, ma tutto restava sotto silenzio, se si esclude la voce dei sindacati, in primo luogo della FNP e della FP CISL.

“Abbiamo sostenuto da subito la divisione di strutture covid e strutture non covid (con filtro esterno) per le emergenze sanitarie normali infarti, ictus, fratture ect. Ma sono continuate – Ribadisce Emilio Didoné, segretario Generale della FNP Lombarda – Evidentemente, per la Regione, rientriamo nella sezione rompipalle ma va bene così.”

Per non lasciare nessuna casa per anziani, nemmeno le più piccole, abbandonate a sé stesse, è importante fare emergere tutte le informazioni che si hanno.

Invitiamo tutti i familiari di ricoverati a farci sapere cosa sta succedendo nella RSA nella quale hanno ricoverati i loro cari. Le loro segnalazioni non cadranno nel vuoto, le riprenderemo puntualmente nel nostro sito e le considereremo ai tavoli di confronto che riusciremo a conquistare.

I familiari si possono avvalere della nostra “Sede virtuale”, scrivendo nell’apposita casella “Corona Virus” 

Leggi la lettera inviata a Fontana e a Sala

Leggi la lettera dei sindacati pensionati inviata al Prefetto di Milano