Ripartiamo, ma senza lasciare nessuno indietro

Manifestazioni a Torino, Firenze e a Bari di CGIL CISL UIL. Presenta anche la FNP

Ripartiamo, insieme. Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani.

E’ questo lo slogan delle tRipartiamo, ma senza lasciare nessuno indietroche si svolgono in contemporanea sabato 26 giugno dalle ore 10,30 a Torino, Firenze e Bari, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anti Covid ancora in vigore.

A Piazza Castello a Torino parla il segretario generale della Cgil Landini; a Firenze a Piazza Santa Croce il segretario generale della Cisl Sbarra (ore 11.30), a Bari a Piazza della Libertà il segretario generale della Uil Bombardieri.

Previsti anche gli interventi di sei delegati sindacali, in ciascuna delle tre piazze, in rappresentanza delle categorie dei lavoratori e dei pensionati.

Tra gli obiettivi centrali della mobilitazione gli investimenti, la riforma degli ammortizzatori, nuove politiche attive del lavoro e naturalmente la proroga del blocco dei licenziamenti almeno fino al 31 ottobre. Una richiesta quest’ultima pressante, a meno di una settimana dalla scadenza del primo blocco dei licenziamenti fissato al 30 giugno.

Sottolinea Sbarra: sul lavoro ”bisogna riprendere la via del dialogo e del confronto nel segno di una maggiore coesione sociale”.

Il Governo, aggiunge il numero uno di Via Po, ”deve modificare la norma sullo sblocco dei licenziamenti perché rischiamo una valanga di licenziamenti in aggiunta al milione di posti persi nell’ultimo anno”. In questo scenario, osserva ancora Sbarra, ”serve che l’Esecutivo attivi una forte strategia per rilanciare il lavoro e gli investimenti pubblici e privati, migliorando il sistema delle protezioni sociali”.

A sostegno della mobilitazione oggi in piazza anche i sindacati dei pensionati, che sollecitano cambiamenti al Decreto Sostegni Bis.

Spiega il segretario generale della Fnp Cisl Ragazzini: ”E’ tempo di ripartire, di fare ancora e di più, ognuno per il proprio ruolo, per spingere il nostro Paese verso una società più sostenibile, inclusiva e pacifica”.

Dopo tutti questi mesi di pandemia che ha lasciato in sospeso le nostre vite, ha detto Ragazzini, ”oggi riparte la speranza di una vita normale, anche se purtroppo dovremo fare i conti ancora per molto tempo con le gravi conseguenze derivanti da questo periodo, il quale ha evidenziato le debolezze e le fragilità che erano già presenti nel nostro sistema sanitario e sociosanitario: una sanità pubblica depotenziata da oltre 15 anni, sia sul versante dei finanziamenti sia su quello dei servizi”.

 

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