Dal Dipartimento Mercato del Lavoro Cisl, un’analisi sui dati dell’occupazione
Report Lavoro è il titolo di un nuovo progetto di ricerca del Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl nazionale. Il 21 marzo è stato pubblicato il numero zero del rapporto, a cura di Mattia Pirulli, segretario confederale Cisl, Livia Ricciardi, Dipartimento mercato del lavoro Cisl, Francesco Seghezzi, presidente Adapt, con l’assistenza di Andrea Francescangeli, Dipartimento informatica Cisl.
L’obiettivo è studiare il mercato del lavoro italiano per evidenziare le reali tendenze in atto. A che cosa è dovuta la crescita dell’occupazione registrata da Istat? Ad aumentare sono davvero le prestazioni qualificate e i contratti a lungo termine? Perché, a fronte di numeri positivi sull’occupazione, la curva di crescita del Pil è invece più lenta?
Il progetto nasce anche perché, si legge nel numero zero,
“le interpretazioni non corrette sono spesso dovute ad una non completa conoscenza delle fonti e della natura dei dati”.
Report Lavoro Cisl: il numero zero
Nel primo documento divulgato figurano i dati sulla crescita occupazionale del periodo post Covid. La crescita pare caratterizzata da contratti a tempo determinato. I contratti a termine, e in generale i contratti non standard, restano il principale canale di accesso al lavoro, ma le aziende ne fanno un utilizzo meno prolungato nel tempo e li trasformano, con maggiore frequenza, in contratti a tempo indeterminato.
Ci sono però altre tendenze da tenere sotto osservazione. Una di queste è l’effetto delle riforme pensionistiche che allungano la vita professionale dei lavoratori adulti. Un’altra è il cosiddetto skill shortage. Molte aziende fanno fatica a trovare persone con le specializzazioni richieste: questo mentre, paradossalmente, ci sono fasce ampie di cittadini che non trovano lavoro, soprattutto tra le donne e tra i giovani.
Si legge nel report:
“Contemporaneamente, ci troviamo di fronte a un’altra antinomia: mentre le aziende più produttive e innovative soffrono la carenza di personale, altre aziende, spesso nei settori esposti al lavoro in orari disagiati e nel weekend e alla stagionalità, non offrono adeguate condizioni di lavoro e retributive, motivo per cui le donne non sono sufficientemente incentivate ad entrare nel mercato del lavoro ed i giovani spesso rifiutano il lavoro o si dimettono, in cerca di condizioni migliori, condizioni alle quali, però, non sempre possono aspirare concretamente, perché non in possesso delle competenze richieste, in un circolo vizioso da cui non è semplice uscire”.
Il report avrà cadenza semestrale.