Reddito di inclusione per 900 mila persone: 7 su 10 vivono al Sud

L’INPS rende noti i dati dei primi tre mesi di attivazione della misura di sostegno. Sono quasi 900mila, nel primo trimestre del 2018, le persone che beneficiano delle misure di contrasto alla povertà, e di queste sette su dieci risiedono al Sud.

È quanto si legge nell’Osservatorio statistico sul reddito di inclusione presentato dall’Inps e dal ministero del Lavoro secondo il quale sono stati coinvolti dal Rei (Reddito di inclusione) 316.693 persone (in 110 mila famiglie) mentre altre 475.868 (in 119 mila famiglie) sono state interessate dal Sia (il sostegno di inclusione attiva).

In media nel primo trimestre del 2018 il contributo è stato di 297 euro mensili.

I limiti Isee per avere accesso al Rei sono stati fissati a 6.000 euro, un valore del patrimonio immobiliare, diverso dall’abitazione di residenza, non superiore a 20mila euro e un valore mobiliare (conti correnti, depositi, ecc.) non superiore a 10mila euro (8mila per la coppia, 6mila per la persona sola).

Il Rei è rivolto sia a cittadini italiani sia stranieri dell’Unione o extracomunitari se in possesso del permesso di soggiorno di lunga durata (dopo almeno 5 anni di residenza).

In sostanza, per usufruirne occorre essere al di sotto di un certo livello di reddito secondo i parametri Isee, essere residenti in Italia da almeno 2 anni ed essere disponibili a seguire programmi di inserimento lavorativo.

Il Rei, all’interno dei parametri Isee fissati, è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, mentre non è possibile ricevere contemporaneamente la Naspi o altre forme di ammortizzatori sociali per la disoccupazione o possedere auto e moto immatricolati da meno di 2 anni.


Leggi l’articolo di Avvenire e l’approfondimento di Conquiste del Lavoro