Nuovo rapporto sulla spesa sociale in Italia- Il Welfare è il più importante settore della nostra economia

Il welfare – visto dal lato della domanda, cioè analizzato in termini di richiesta delle famiglie – vale oggi 143,4 miliardi(+6,9% rispetto al 2017), equivalente a circa l’8,3% del Pil.

Si tratta nei fatti di una delle principali industrie del Paese. Il suo volume è superiore a quello dell’industria assicurativa (139,5 miliardi di raccolta tra ramo danni e vita) e del settore alimentare (137 miliardi di fatturato), e vale circa una volta e mezzo quello della moda (95,7 miliardi) e tre volte e mezzo quello del mobile (41,5 miliardi).

Sono alcuni dei dati interessanti rilevabili dal Rapporto sul Bilancio di welfare delle famiglie italiane curato da Mbs Consulting – gruppo italiano indipendente di business consulting – presentato a Palazzo San Macuto a Roma il 13 marzo.

Secondo il Rapporto l’area di spesa più rilevante, e al tempo stesso in maggior crescita rispetto al 2017, è la salute: gli italiani nel 2018 hanno speso complessivamente 37,7 miliardi di euro, un aumento dell’11,9% rispetto all’anno precedente. Segue l’ambito relativo ai supporti al lavoro, ovvero quanto gli italiani spendono ogni anno per recarsi al lavoro o mangiare durante l’orario lavorativo, pari a 31,9 miliardi. La terza area per dimensione, ma la seconda per crescita, è quella dell’assistenza agli anziani e alle persone bisognose di aiuto (27,9 miliardi, con un aumento del 10,3%). Questa spesa si distribuisce sull’8% dei nuclei familiari (le famiglie utilizzatrici sono 2,1 milioni) e secondo il Rapporto è di gran lunga quella più difficilmente sostenibile per l’impatto elevatissimo della spesa pro capite: 13.300 euro per famiglia utilizzatrice.

Molto significativa è l’incidenza percentuale della spesa di welfare sul reddito, che risulta essere massima nel segmento dei meno abbienti (22,8%) e progressivamente minore in tutti gli altri segmenti (oscillante tra il 16% e il 18,6%). Questo dato è rilevante in quanto evidenzia la grande fatica per le famiglie con redditi bassi e molto bassi ad accedere a servizi che rispondo a bisogni fondamentali, come salute e istruzione. Anche per tale ragione oltre il 40% delle famiglie italiane è stato costretto a rinunciare ad almeno una prestazione sanitaria.

Dati molto preoccupanti che, ci si augura, siano considerate anche dal governo e dai legislatori, in perenne campagna elettorale.

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