Quel che c’è da sapere dei contributi figurativi

Durante la vita lavorativa può accadere frequentemente il caso di periodi in cui non vi è stata un’attività di lavoro e di conseguenza non vi è stata né per il lavoratore dipendente né per quello autonomo la possibilità di versare all’ente di previdenza i contributi obbligatori.

Spesso però l’assenza dell’attività di lavoro non è dovuta alla volontà del lavoratore assicurato ma è provocata da eventi a lui non imputabili. Per alcuni di questi eventi la legge prevede l’accredito in favore dell’interessato dei cosiddetti contributi figurativi.

L’esempio più frequente riguarda le donne in gravidanza, nel corso del periodo di astensione obbligatoria.

Dal primo gennaio 93 i contributi figurativi che possono essere presi in considerazione per il diritto alla pensione di anzianità non devono superare il limite massimo di 5 anni in tutta la vita lavorativa.

L’ultimo numero di Previdenza Flash è dedicato a questo argomento, come sempre in modo semplice ed efficace, Paolo Zani e Salvatore Martorelli spiegano tutto quello che è bene sapere dei contributi figurativi.


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