Pronto soccorso: Nuovo accordo Stato Regioni, ma senza risorse aggiuntive

Pronto soccorso. Al codice a colori oggi in uso nel Triage si accompagnano i numeri: da 1 di “emergenza” (il più grave) a 5 di “non urgenza”.

Previsto un tempo massimo di attesa di 8 ore dalla presa in carico Triage alla conclusione della prestazione in pronto soccorso.

La disponibilità del letto per un eventuale ricovero sarà affidata a un “bed manager” a cui le Regioni potranno associare un codice colore: rosso per un’emergenza che richiede accesso immediato; arancione (accesso entro 15 minuti) per urgenze dovute al rischio di compromissione di funzioni vitali o condizione stabile con rischio evolutivo o dolore serio; azzurro (accesso entro 1h) per interventi che vanno gestiti entro un’ora; verde (accesso entro 2h) per urgenze minori da gestire entro due ore; bianco (accesso entro 4h) per interventi non urgenti da gestire entro quattro ore.

È questa la prima novità del “pacchetto” di misure sul Pronto soccorso su cui dopo anni di stallo e mesi di condivisione tecnica anche con la Salute è arrivato l’Accordo in Conferenza Stato – Regioni e che dovrà diventare operativo entro 18 mesi.

Le regioni si sono impegnate a recepire l’accordo entro 6 mesi (quindi febbraio 2020) per renderlo operativo in tutti gli 844 pronto soccorso in Italia (513 di base e 331 complessi) entro 18 mesi (quindi il sistema dovrebbe andare a regime nell’agosto 2021).

“Anche questo nuovo Triage – sottolinea il segretario generale della FNP Lombardia Emilio Didoné – rischia di diventare il solito annuncio ad uso mediatico che non porterà alcun riscontro positivo e beneficio concreto ai cittadini che si rivolgono al Ssn.

Inoltre, il fatto che il “pacchetto” di nuove regole sia varato ancora ad “isorisorse” non fa ben sperare per un cambio di passo effettivo e rapido di cui il Ssn ha bisogno.

Siamo stanchi di continuare a narrare le carenze e le contraddizioni nel nostro Ssn che sono imputabili alla scarsità di personale, ai continui tagli di posti letto, alla progressiva riduzione di finanziamenti al servizio pubblico, a strutture sanitarie vecchie e obsolete, a politici impreparati e fuori dal mondo reale della gente normale.”