I dati Covip: numeri in crescita, più adesioni tra gli uomini e al Nord
La previdenza complementare ha visto, nel 2022, 9,2 milioni di iscritti, un numero che rappresenta un aumento del 5,4 per cento rispetto al 2021 e un tasso di copertura della forza lavoro pari al 36,2 per cento. Sono i numeri annunciati in giugno da Covip, Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, in occasione della relazione annuale. Le forme pensionistiche complementari presenti nel nostro paese erano, alla fine del 2022, 332: 33 fondi negoziali nati dalla contrattazione collettiva, 40 fondi aperti istituiti dalle banche, 68 PIP (piani individuali pensionistici) costituiti dalle assicurazioni, 191 fondi preesistenti alla nascita della prima disciplina organica del settore, cioè il dlgs. 124/93.
Covip rileva che la previdenza complementare è stata scelta soprattutto da lavoratori del Nord Italia e in maggioranza uomini. Sono predominanti le fasce di età più mature e prossime al pensionamento, residenti nelle regioni del Nord (57% del totale) occupate in aziende solide e in grado di garantire la continuità dei flussi contributivi. La presenza degli under 35 è pari a circa il 19 per cento, con una contribuzione pro capite inferiore di circa il 40 per cento rispetto a quella delle fasce di età intermedie.
Nell’insieme, i dati del 2022 mostrano un andamento analogo a quello di molti paesi in cui esiste una forte previdenza di base e dove, quindi, la previdenza complementare è minoritaria. Tuttavia, la Commissione segnala un paradosso che interessa le giovani generazioni: sono loro che, in una prospettiva futura, corrono il rischio di pensioni pubbliche più basse ma, al tempo stesso, fanno fatica a partecipare ai fondi pensione.
Per approfondire:
https://www.covip.it/sites/default/files/comunicatistampa/comunicato_stampa_del_7_giugno_2023.pdf