Pressione fiscale oltre il 40% e nel 2019 salirà ancora

Tasse sempre in aumento, anche se, per ora, in misura contenuta. Infatti, nel terzo trimestre del 2018, tra luglio e settembre, la pressione fiscale è stata pari al 40,4% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il dato arriva dall’Istat con i conti trimestrali delle pubbliche amministrazioni.

Il rapporto deficit Pil si è attestato all’1,7% in leggero miglioramento rispetto all’1,8% dello stesso periodo dell’anno precedente (vedi articolo pagina 2).

In questo modo, il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil del 2,0 per cento, a fronte dell’1,6% nel terzo trimestre del 2017.

Il tutto in attesa degli effetti della manovra, approvata a fine anno dal Governo giollaverde. Dai primi dati, sfioreranno i 13 miliardi di euro in tre anni le maggiori entrate attese dalla prima legge di Bilancio targata M5s-Lega.

A fare i conti del maxi-aumento di tasse è stato l’ufficio studi del Consiglio nazionale dei commercialisti che stima, dal punto di vista della pressione fiscale, un saldo netto di 12,9 miliardi di maggiori entrate tributarie nel periodo 2019-2021.

Importi sui quali, però, precisano i professionisti, pesa l’incognita della tassazione locale.

Nel dettaglio è previsto che dalle sanatorie, giunte ormai a ben dieci differenti tipologie con l’aggiunta del saldo e stralcio per i contribuenti in difficoltà economica, affluiscano nelle casse dell’Erario 7,3 miliardi.


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