“Pensioni pazze”: I sindacati dei pensionati incontrano INPS e chiedono di correggere gli errori di gennaio su oltre centomila listini pensionistici

Il 30 gennaio scorso, dopo aver rilevato che oltre centomila pensioni contenevano errori nella rivalutazione, si è tenuto l’incontro richiesto con urgenza all’INPS dai sindacati pensionati.

I temi trattati hanno riguardato:

Rivalutazione importi delle pensioni ai sensi della sentenza n. 70 del 2015 (cosiddetto bonus Poletti): ripristino degli importi corretti sul rateo di febbraio per i casi con anomalia;

• Conguagli fiscali anno 2019: Irpef, addizionali regionali e comunali;

• Assistenza fiscale: consuntivo attività 2019 e novità attività 2020.

I dirigenti della Direzione Centrale Pensioni hanno comunicato che con il rateo di febbraio 2020 i trattamenti pensionistici interessati dall’errore (trattamenti erroneamente decurtati della quota di pensione relativa all’incremento derivante dall’applicazione della sentenza n. 70/2015) sono stati riportati all’importo spettante e sono state restituite le somme impropriamente trattenute nel mese di gennaio 2020, riferite al 2019.

Nel cedolino di febbraio 2020, dunque, vi sarà indicato l’importo:

• lordo mensile della pensione correttamente rivalutata;

• del conguaglio per arretrati spettanti al pensionato, costituito dalla somma del debito erroneamente calcolato per l’anno 2019 (importo che l’INPS aveva predisposto di recuperare con due rate nelle mensilità di gennaio e febbraio e che in tal modo viene restituito al pensionato) e dalla differenza tra l’importo corretto della pensione (rateo di febbraio) con quello errato erogato a gennaio;

• della seconda rata di conguaglio a debito (inclusa, come specificato nel punto precedente nel conguaglio a credito);

• del conguaglio IRPEF a debito, correlato all’importo corretto della mensilità di gennaio.

L’INPS ha anche specificato che l’importo IRPEF da conguaglio arretrati (considerato che dalle verifiche di alcuni cedolini risulta calcolata anche sulle somme di pensione riferite a gennaio 2020) sarà conguagliata con il rateo di marzo.

Altra precisazione fatta dall’Istituto è che le somme erroneamente calcolate a debito, riferite all’anno 2019 (recuperate e poi restituite nei ratei di pensione di gennaio e febbraio 2020 ed assoggettate a tassazione separata) non saranno comprese nella CU del 2020 redditi 2019.

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