In pensione con 41 anni di contributi: le richieste della CISL

Il 10 febbraio si è tenuto il quarto incontro al Ministero del Lavoro per la riforma del sistema previdenziale.

La Cisl ha ribadito la richiesta di un sistema pensionistico flessibile che recuperi vera solidarietà consentendo alle persone di andare in pensione a partire dall’età di 62 anni, escludendo che ciò possa avvenire con ipotesi di ricalcolo interamente contributivo che finirebbe per penalizzare le generazioni già più colpite dalle ultime riforme.

“Nel disegnare uno scenario, strutturale, che apra il sistema previdenziale verso una maggiore flessibilità – ha dichiarato il segretario generale aggiunto Luigi Sbarra – È necessario consentire a tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi, tenere conto del lavoro di cura che incide in particolare sull’occupazione femminile, riconoscendo al lavoro delle donne la compensazione di un anno di anticipo per figlio rispetto all’età pensionabile. Così come dovrà essere data strutturalità all’Ape sociale. Inoltre, è importante superare l’automatico incremento dei requisiti pensionistici per aspettativa di vita prevedendo di rimandare il tema al negoziato con le parti sociali”.

La Cisl ha anche chiesto l’urgente convocazione delle Commissioni di studio per i lavori gravosi e per l’analisi della spesa previdenziale e assistenziale e il Capo di Gabinetto del Ministero ha assicurato che il decreto verrà emanato a breve.

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