Parola di segretario: Costretti in casa, ma sempre presenti per i pensionati

In questi giorni di “ clausura” obbligata i social sono diventati il mezzo di comunicazione, dove, così,  per incoraggiarci a vicenda, si fanno girare le nostre riflessioni.

Una mi ha particolarmente colpito perché mi sembra racchiuda un sentimento comune. “Se fosse possibile dire saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo. Ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà”

E’ di Aldo Moro, scritta in un altro tempo difficile per l’Italia.

Il coronavirus ha sconvolto non solo le nostre abitudini di vita, ma soprattutto le nostre sicurezze. Ci sentivamo forti delle conquiste scientifiche e tecniche e pensavamo di riuscire a dominare la natura. Invece un’entità infinitamente piccola ci ha ricordato la nostra fragilità.

Noi anziani siamo particolarmente coinvolti da questa situazione. In primo luogo perché ci dicono che l’età ci rende fragili di fronte all’assalto del virus e quindi dobbiamo avere particolare attenzione alle forme di prevenzione.

Ma anche, e non in secondo luogo, perché spetta a noi guidare e sostenere i giovani.

La vita con le sue immancabili difficoltà ci ha insegnato che solo con la pazienza e la costanza si riesce ad ottenere dei risultati (noi, che abbiamo già consumato gran parte del nostro “tempo”, sappiamo aspettare, mentre i giovani sono impazienti, non vogliono stare in casa)

La situazione ci ha costretto, a tutela della salute, sia dei nostri collaboratori che dei nostri iscritti, a chiudere le nostre sedi e recapiti.

E’ stata una decisione sofferta, perché questi sono i mesi nei quali siamo soliti vedere i nostri associati rivolgersi a noi per le numerose scadenze fiscali e previdenziali: poter essere di aiuto ai nostri soci  ci rende felici e ci gratifica per il nostro lavoro, che non è sempre facile.

Comunque non dobbiamo preoccuparci, la scadenza del mod 730 che tutti temiamo è slittata al 30 settembre.

Ma anche se non siamo presenti nelle sedi, continuiamo ad essere attivi: non restiamo con le “mani in mano”. I mezzi informatici ci permettono di restare in comunicazione tra noi componenti della Segreteria, con i nostri collaboratori e con le strutture sindacali orizzontali e verticali.

La Confederazione segue ed incalza con attenzione il Governo sulle decisioni che sta assumendo per fronteggiare questa crisi sia sanitaria che economica.

Da tempo denunciamo i tagli e le restrizioni che si sono abbattuti in questi ultimi anni sul nostro sistema sanitario pubblico causando carenze: eravamo voce inascoltata e pressoché solitaria. Ora  i nodi sono venuti al pettine e tutti si sono accorti dei problemi.

Speriamo che almeno il coronavirus serva a ridare dignità al servizio sanitario nazionale (SSN) e a chi ci lavora!

Le Federazioni dei pensionati Nazionali  Spi-Fnp-Uilp hanno già inviato all’Inps una richiesta di proroga delle scadenze dei Mod. Red, Inv Civ, il congelamento degli indebiti  previdenziali, e soprattutto la sospensione delle comunicazioni cartacee. Sappiano che  quando arriva a casa una lettera dall’INPS o da altri Enti i nostri anziani vanno nel panico.

I nostri coordinatori di Rls (Rappresentanze Locali Sindacali) ci hanno informato che in una RSA a Legnano si stanno sommando i  casi positivi al Coronavirus e temiamo gravi problemi di sicurezza per la salute sia degli operatori che degli ospiti.

Abbiamo sollecitato la Ats a garantire la tutela della salute sia per gli anziani ospiti che per gli  operatori e di poter  ristabilire un clima di serenità e fiducia anche in queste realtà, già cariche di sofferenza. In questi giorni, unitariamente, le federazioni regionali dei pensionati hanno inviato un Appello alla regione affinché desista dall’idea di mantenere nelle RSA persone malate di coronavirus.

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