Parola di Segretario: I pensionati mai più invisibili

Quando il sindacato fa un accordo con il governo ne siamo felici soprattutto se corrisponde a una precisa richiesta dei sindacati.

La riduzione del cuneo fiscale era una delle richieste della piattaforma sindacale sostenuta dalle mobilitazioni di migliaia e migliaia di lavoratori, di giovani e di pensionati scesi in piazza per un anno intero.

L’intesa trovata con il governo rilancia la concertazione, dà una risposta a una fascia di lavoratori che ha redditi fino a 40.000 € consentendo un reale incremento della busta paga.

Ma in questo modo a parità di reddito un pensionato verrà a pagare più tasse di un lavoratore. Negli altri paesi dell’Europa le pensioni hanno una tassazione inferiore e i pensionati italiani sono tra quelli che pagano più tasse.

I pensionati contribuiscono a far quadrare i conti delle Finanziarie rinunciando alla ormai “famosa perequazione”, costituiscono una delle maggiori fonti di entrata per il Ministero delle Finanze, sono il più sicuro ammortizzare sociale nei periodi di crisi economica aiutando figli e nipoti, sostituiscono le carenze del welfare con il lavoro di cura per bambini e anziani. Come riconoscimento di tutto questo alla fine avranno anche una tassazione “speciale” ma non in meno, bensì in più.

Da anni denunciamo queste cose, ma sembra che i pensionati “siano invisibili” quando si tratta di assumere decisioni di tipo economico. Eppure anche i pensionati votano!

Con l’ultima finanziaria le pensioni superiori a 1500 € lordi sono considerate da nababbi e quest’anno l’aumento mensile è di 40 centesimi.

Il governo ci ha completamente ignorato anche stavolta, ma noi siamo tosti siamo pronti a ritornare nelle piazze: non è giusto essere trattati così dopo aver versato 40 anni di contributi.

Comprendiamo che per il fatto di essere tanti (16 milioni) ogni modifica economica, anche se piccola, porta a un impegno finanziario notevole, ma questo non giustifica l’assenza di risposte alle nostre richieste. Perché non convocare le previste commissioni per la ridefinizione del paniere economico per gli incrementi Istat riferito in base ai reali consumi dei pensionati e per la divisione tra previdenza e assistenza, come da anni chiediamo?

Noi non vogliamo sentirci accusare di togliere risorse ai giovani: chi meglio di noi che risparmiamo solo per aiutare figli e nipoti conosce i problemi e le difficoltà dei giovani! Nelle nostre piattaforme rivendicative al primo posto resta il lavoro e la speranza di futuro per i giovani.

Il problema “della non autosufficienza” e la richiesta di una legge nazionale che dia risposte a questa emergenza futura non riguarda tanto i pensionati, quanto i giovani perché i costi e spesso anche le fatiche ricadono su di loro.

Il sindacato confederale trae la sua forza dalla capacità di operare per il bene comune della società integrando richieste ed esigenze, ma anche proposte ed energie provenienti dalle diverse realtà che costituiscono la società civile.