Pacchetto lavoro, passi avanti insufficienti 

Un pacchetto lavoro da circa 4 miliardi e mezzo e una serie di strumenti per salvaguardare l’occupazione in quella che lo stesso Governo indica come una fase ancora complicata ma che guarda alla ripartenza, che oltre agli sgravi per le assunzioni e per il rientro dalla cig, vede l’arrivo anche di una proroga del blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto per le aziende che chiedono la cassa Covid entro fine giugno.

È l’ultima novità inserita nel decreto Sostegni bis, che dà il via libera al contratto di rioccupazione, istituito fino al 31 ottobre prossimo, un contratto a tempo indeterminato per incentivare l’inserimento dei disoccupati con sgravi al 100% per sei mesi.

Arriva anche l’allargamento del contratto di espansione abbassando la soglia a 100 dipendenti per accedere allo scivolo verso la pensione, il rafforzamento del contratto di solidarietà che sale al 70% della retribuzione a patto che si mantengano i livelli occupazionali e toglie fino a fine anno il decalage alla Naspi, non riducendo l’importo dell’assegno di disoccupazione.

Per il ministro del Lavoro Orlando ”è una risposta alla preoccupazione che la ripresa ordinaria delle attività economiche possa produrre effetti collaterali sull’occupazione”.

Ma i sindacati restano convinti della necessità di prorogare il blocco dei licenziamenti per tutti fino al 31 ottobre (il primo blocco scadrà a fine giugno per le aziende che hanno la cig ordinaria e per tutte le altre imprese, sostanzialmente le piccole, a fine ottobre).

Sottolinea il segretario generale della Cisl Sbarra:

”Il decreto Sostegni bis contiene interventi a sostegno del lavoro che vanno nella giusta direzione, ma ancora largamente insufficienti. Lo slittamento al 28 agosto dello sblocco dei licenziamenti per le aziende che richiedono la cassa integrazione Covid entro giugno – spiega il leader Cisl – può infatti dare un po’ di respiro ma è ancora lontano dalla nostra richiesta di prorogare il blocco indifferenziato almeno sino ad ottobre.

Positive le misure relative al contratto di solidarietà incentivato e l’abbassamento della soglia dimensionale per il contratto di espansione, che avevamo sollecitato, ma sono solo interventi dissuasive che non eviteranno il rischio di possibili perdite di occupazione per centinaia di migliaia di lavoratori. E per questi non basterà certo avere eliminato il decalage della Naspi, che è una misura utile ma va prolungata oltre il 31 dicembre ed affiancata da un allungamento della durata della stessa Naspi”.

A queste misure, continua Sbarra, ”va affiancato un cospicuo rifinanziamento sia del Fondo Nuove Competenze, per favorire la riqualificazione in azienda, sia del contratto di ricollocazione, per offrire ai lavoratori nelle fasi di transizione non solo il pur importante aiuto economico, ma un sostegno per la ricerca di una nuova attività lavorativa. Da mesi chiediamo che decolli un massiccio piano di interventi di politiche attive del lavoro sotto il coordinamento di Anpal, che deve essere messa in condizioni di operare il prima possibile.

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