Ottocentomila occupati in meno,  pandemia dell’occupazione

Gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro sono stati devastanti.

Lo confermano gli ultimi dati dell’indagine Istat sul mercato del lavoro.

Nel II trimestre 2020 gli occupati sono diminuiti, a causa dell’emergenza sanitaria e del lockdown, di 470mila unità rispetto al primo trimestre e di 841mila unità rispetto al II trimestre 2019.

Commenta il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra:

”I dati autorizzano a parlare di ’trimestre nero’: crollano gli occupati , mentre i disoccupati si riducono solo perché aumentano gli inattivi. A pagare il prezzo più salato sono soprattutto gli under 35, i più coinvolti da contratti a termine e da lavoro autonomo, che già prima della pandemia incontravano difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro. La questione giovanile va messa in priorità assoluta: senza interventi mirati si rischia di bruciare una generazione”.

Secondo Sbarra ”l’ingresso di ragazze e ragazzi va favorito con lo sblocco degli investimenti, forti incentivi alle assunzioni stabili, un deciso rilancio del contratto di apprendistato, anche duale, potenziato nel contenuto formativo e maggiormente conveniente per i datori di lavoro”.

Sul piano delle tutele ”oltre a confermare la strumentazione della cassa integrazione, va ripristinata l’indennità per i lavoratori in Co. Co. Co. e Partita iva iscritti alla gestione separata Inps, che il decreto agosto inspiegabilmente non ha prorogato.

Infine insistiamo su un forte investimento sulle politiche attive del lavoro, formazione, crescita delle competenze per accompagnare le persone in percorsi di ricerca di nuova occupazione, non lasciandole mai senza reddito e formazione”.

Tutto questo, osserva ancora Sbarra, ”richiede che l’Italia si presenti all’appuntamento con il Recovery Fund con un programma strategico per la crescita e progetti concreti che mettano a frutto anche le risorse del programma Sure e del Mes. 

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