Occupazione: si torna ai livelli del 2008, crescono le donne e calano i giovani che lavorano

I contratti a termine sono raddoppiati e i giovani inattivi cresciuti di dieci punti percentuali.

C’è di buono, almeno, che il tasso di occupazione femminile è salito di 5 punti.

Lo scorso 31 ottobre Istat ha pubblicato l’aggiornamento dei dati mensili sull’andamento del mercato del lavoro.

Secondo il rapporto, dopo la fase acuta della crisi, iniziata nel 2008 e proseguita fino al 2013, dal 2014 è iniziato un percorso di risalita, che ha sostanzialmente riportato il tasso di occupazione ai livelli pre crisi, quando poco meno del 59% degli italiani tra i 15 ed i 64 anni aveva un lavoro, ma con alcune differenze significative.

Prima della crisi il tasso di occupazione maschile superava il 70%.

Nel punto più basso, tra la primavera del 2013 e l’inizio del 2015, è sceso intorno al 65%. E la risalita degli ultimi anni lo ha portato poco sotto il 68%, ancora due punti in meno rispetto ai livelli pre crisi.

L’occupazione femminile, invece, sta vivendo un significativo incremento. Dalla fine del 2014 ha iniziato a crescere, arrivando a sfiorare il 50%. Beninteso, siamo ancora 15 punti sotto all’occupazione maschile, ma l’incremento è certamente significativo.

Meno positiva, invece, la situazione per quanto riguarda i giovani tra i 15 ed i 24 anni. Gli inattivi che erano il 63,57% dei giovani, nel mese di gennaio del 2004, sono saliti al 74,65% nel settembre del 2018, mentre sono calati gli occupati, scesi dal 28,2 al 17,35%.

l dato che però più salta all’occhio fa riferimento ai lavoratori con un contratto a termine. I precari, per dirla altrimenti. Nel 2004 erano 1,8 milioni, l’ultima rilevazione ne ha contati 3,2. Sono insomma quasi raddoppiati.


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