Pensioni e Ape sociale: in manovra potrebbero esserci misure per limitarle

Didonè: il sindacato aveva chiesto, tra l’altro, di andare incontro alle esigenze delle donne

Su pensioni e Ape sociale il governo potrebbe introdurre, in manovra, norme più restrittive rispetto all’anno scorso. Si tratta di ipotesi, riportate dagli organi di stampa, che vedrebbero Opzione donna e Ape sociale confluire in un fondo di flessibilità, con requisiti differenti rispetto a quelli attuali. Il ridimensionamento potrebbe essere più limitante e si fa strada, per uomini e per donne, la cosiddetta Quota 104, in pensione a 63 anni con 41 di contributi. Queste limitazioni non piacciono alla Cisl che pure, nei giorni scorsi, aveva diffuso commenti di apprezzamento sulla manovra per quanto riguarda la riduzione del cuneo fiscale e le agevolazioni alle famiglie.

In un intervento all’Assemblea organizzativa della Cisl Marche, il 17 ottobre, Luigi Sbarra ha detto di voler valutare attentamente il testo ma che le misure restrittive sulle pensioni, se confermate, incontreranno la contrarietà della Cisl:

“Venerdì sera al governo avevamo chiesto di dare un segnale forte sulla pensione contributiva di garanzia per i giovani, di allargare e strutturare l’ape sociale, di incentivare l’adesione alla previdenza complementare e di valutare misure di flessibilità di uscita dal mercato del lavoro che per la Cisl rimangono 41 anni di contributi a prescindere dall’età e la possibilità per lavoratori di uscire dal lavoro a partire da 62 anni”.

Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl, si è espresso questa mattina, sulle pagine de Le Conquiste del Lavoro, osservando che per le donne si rendono necessarie misure che permettano loro di andare in pensione senza essere penalizzate. Queste misure, ribadisce Didonè, non sono quello che aveva chiesto la Cisl:

“Ciò che abbiamo più volte richiesto al governo era che si mettesse mano ad un riordino complessivo dell’intero sistema previdenziale, con interventi che andassero a risolvere tutte quelle situazioni di iniquità, ereditate dalla legge Fornero, che al momento lo contraddistinguono”.

Inoltre,

“La rivalutazione delle pensioni rappresenta il contratto di lavoro dei pensionati per cui non possiamo più accettare che ogni volta si faccia cassa su di loro per recuperare risorse”.

Leggi gli interventi integrali

https://www.cisl.it/comunicati-stampa/manovra-sbarra-allassemblea-organizzativa-cisl-marche-bene-le-misure-su-fisco-lavoro-e-famiglia-ma-su-pensioni-no-a-restrizioni/

Pensioni, la legge di Bilancio è solo un punto di partenza – Conquiste del Lavoro