Gli Stati generali della natalità, dell’11 e 12 maggio, hanno messo l’accento su un fenomeno che ha ricadute sociali ed economiche
La natalità in Italia è al minimo storico. Nel 2022 le nascite sono state 393 mila e il rapporto è di meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti. Per avere un’idea dell’importanza di questo dato, basti ricordare che l’ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite era il 2008. I dati Istat più recenti, di aprile 2023, sono stati ricordati in occasione degli Stati generali della natalità, evento che si è svolto a Roma i giorni 11 e 12 maggio scorsi. Lo ha detto Gigi De Palo, presidente Fondazione per la Natalità, all’inizio dei lavori, sottolineando un aspetto: il numero medio di figli per donna oggi è di 1,24, ma il desiderio dichiarato sarebbe di avere almeno due figli.
Nel corso degli Stati generali della natalità, sono intervenuti, tra gli altri, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri, Sergio Mattarella, presidente della Repubblica e papa Francesco.
Natalità in Italia: i figli sono un capitale umano, il bene più importante
È stato Mattarella a ricordare l’articolo 31 della Costituzione, che richiama la Repubblica ad agevolare la formazione della famiglia, ponendo l’accento su politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, così come sull’esigenza di conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro.
Illuminante il discorso di papa Francesco per il quale
“la natalità, così come l’accoglienza, non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia e rivelano quanta felicità c’è nella società. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno”.
Come spesso ha dichiarato la Fnp, il calo demografico ha ricadute sociali ed economiche sul medio e lungo periodo e deve essere motivo di preoccupazione per le forze politiche.
Per Emilio Didonè, segretario nazionale Fnp Cisl:
“Per quanto ci riguarda i figli sono un dono e rappresentano anche un capitale umano, sociale e lavorativo. Essi sono il bene più importante che ogni generazione produce e che lascia in eredità al mondo che verrà. Ecco perché tutti, politica, istituzioni, aziende, sindacato, parti sociali, banche, media, mondo della cultura e dello spettacolo, società civile, hanno voce in capitolo e devono prendersi a cuore questo tema: un figlio non è solo un “affare di famiglia”, un fatto privato, ma un investimento per il futuro, per il Bene Comune, un figlio è di tutti e per tutti”.