Morti sul lavoro: La guerra silenziosa. Di Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL

Di fronte alla strage nei luoghi di lavoro che si verifica ogni giorno nel nostro paese non basta solo indignarsi o esprimere il doveroso cordoglio collettivo alle tante famiglie la cui vita viene in maniera irreparabile distrutta da queste tragedie.

Anche ieri ci sono stati altri terribili incidenti mortali.

È una guerra silenziosa quella che quotidianamente perdiamo in tutte le regioni italiane: l’anno scorso oltre 1.500 persone, un numero spaventoso se si pensa quanto poco si è lavorato a causa della pandemia. Uno scenario indegno per un paese che si dice ‘fondato sul lavoro’.

Ecco perché è positivo che il Premier Draghi abbia confermato la necessità di assumere con urgenza i provvedimenti che abbiamo condiviso sulla sicurezza del lavoro, mettendo in campo, se necessario, anche un decreto legge. 

Vanno aumentati i controlli, assumendo nuovi ispettori e medici del lavoro: le migliaia di assunzioni programmate da tempo oltre ad essere largamente insufficienti vanno urgentemente rese operative.

Bisogna migliorare il coordinamento tra i vari soggetti della “filiera” sicurezza: Governo, Regioni, Asl, INL, Inail, Inps devono saper parlare un’unica lingua, incrociare i dati, monitorare le specificità dei territori, far nascere una banca dati nazionale.

Abbiamo chiesto da tempo l’adozione di una ‘patente a punti’ da collegare all’applicazione reale dei contratti, ai criteri di accesso alle provvidenze pubbliche ed alle gare d’appalto.

Che cosa si sta aspettando?

Dobbiamo poi rafforzare gli interventi di prevenzione e formazione con forti investimenti nazionali in coordinamento con le Regioni.

Va potenziato il ruolo di controllo delle rappresentanze aziendali o territoriali dei lavoratori.

Nessuna azienda deve restare senza investimenti sulla sicurezza, a cominciare dalla presenza del medico competente.

Bisogna promuovere la ricerca e le tecnologie dedicate a questa emergenza sociale, sapendo che ecosistemi sicuri sono anche più produttivi. La battaglia si vince anche sul piano culturale, inserendo nei programmi scolastici la materia della salute e della sicurezza e promuovendo una grande azione di diffusione ed informazione nei luoghi di lavoro.

I mass media, i giornali, la radio, la televisione devono aiutarci in questa campagna di sensibilizzazione. La sicurezza deve diventare la priorità del paese.

È una questione di civiltà, di rispetto per la vita e per la dignità della persona.

Abbiamo bisogno di sanzioni severe, di più controlli, di più ispezioni e prevedere anche la sospensione delle attività economiche in presenza di gravi violazioni. Il sindacato farà la sua parte in questa vertenza nazionale, anche combattendo contro gli appalti al ribasso e l’eccesso di esternalizzazioni.

C’è bisogno di un patto vero tra Governo, sindacati ed associazioni datoriali per far rispettare da tutti gli accordi sulla prevenzione, discutere sui carichi eccessivi di lavoro e di straordinari, eliminare o ridurre al minimo i rischi per la salute.

Dobbiamo farlo per le tante famiglie spezzate, per difendere i valori costituzionali ed il diritto di milioni di persone di costruirsi il futuro attraverso un lavoro dignitoso, stabile e sicuro.

 Da: Conquiste del Lavoro