Mattarella all’Ilo: va difesa la contrattazione collettiva

La quota riservata alla remunerazione del lavoro, incluso il reddito dei lavoratori autonomi, ”è passata nei Paesi sviluppati, quelli dell’Ocse, da una incidenza del 68% sul Pil a metà degli anni ’70 del secolo scorso, al 58% di trent’anni dopo”.

Lo sottolinea il presidente Sergio Mattarella intervenendo all’assemblea dell’Ilo (l’agenzia dell’Onu che si occupa di Lavoro) che si svolge a Ginevra per i 100 anni dalla nascita.

”Mentre il capitale umano rappresenta il 65% della ricchezza globale, nei Paesi a basso reddito raggiunge solo il 41%. Assistiamo, cioè, a un andamento decrescente della quota salari sulla ricchezza prodotta ogni anno. Se la globalizzazione e l’aumento degli scambi commerciali hanno contribuito a ridurre le disuguaglianze fra Paesi, questo non è avvenuto in egual misura all’interno degli stessi”.

Aggiunge il Presidente della Repubblica: ”La rapidissima e frenetica riorganizzazione dei processi produttivi, l’incisività delle innovazioni, la crescente frammentarietà delle carriere lavorative individuali, i movimenti migratori, l’invecchiamento della popolazione in alcune aree del mondo e la persistente disoccupazione giovanile: sono tutti processi dirompenti che, se non verranno governati, potrebbero produrre conseguenze potenzialmente imprevedibili”.

D’altra parte ”il lavoro ”è l’infrastruttura fondamentale per la pace mondiale. E la pace è possibile solo in un regime di giustizia sociale”.

Osserva poi Mattarella: ”Oltre 200 milioni di persone risultano oggi prive di un lavoro, altrettanti i lavoratori migranti, quasi un miliardo gli abitanti del pianeta che vivono sotto la soglia di povertà. La comunità internazionale non è all’oscuro di quanto accade, eppure l’impegno per porvi riparo appare ancora ampiamente insufficiente”.

In questo scenario ”bisogna dire con forza no al lavoro minorile e no al lavoro forzato. Sì alla parità di genere; alla protezione dell’infanzia e della maternità; alla sicurezza sul lavoro; alla protezione sociale; all’eguaglianza nel campo educativo e professionale; all’esercizio del diritto alla contrattazione collettiva”. G.G.

Articolo tratto da Conquiste del Lavoro