Il documento, lanciato il 14 ottobre, vede tra i primi aderenti sociologi ed esperti di economia e lavoro
Il Manifesto Cisl è stato lanciato la settimana scorsa, il 14 ottobre, al termine delle giornate della Partecipazione e a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dal sindacato. Un primo, nutrito, gruppo di economisti, giuslavoristi e sociologi del lavoro hanno firmato il documento che intende rilanciare, in uno momento delicato per la tenuta economica e sociale del Paese, i valori già previsti dalla Costituzione italiana, sul rapporto tra azienda e lavoratori.
Si legge nel manifesto:
“In un momento estremamente delicato per la nostra storia, condizionato da preoccupanti instabilità geo-politiche, crescenti divari di produttività e valore tra settori e contesti geografici, polarizzazione delle competenze e dei salari, esclusione sociale delle persone più deboli e perduranti difficoltà del sistema scolastico, formativo e universitario, la CISL non si accontenta di assistere a uno stanco dibattito attorno alle possibili soluzioni di breve termine”.
Come sottolinea l’articolo 46 della Costituzione, la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende è un «diritto», ben più di una semplice facoltà, da concretizzarsi in conformità alla legge e «in armonia», non in conflitto, con le esigenze della produzione:
“Siamo convinti che i tempi siano maturi per dare seguito alle intuizioni dei padri costituenti e dei fondatori della CISL creando le condizioni strutturali per un nuovo rapporto tra capitale e lavoro, responsabile e generativo. Per questo abbiamo avviato una grande campagna di raccolta firme, per presentare al legislatore una legge di iniziativa popolare che intende disciplinare la partecipazione gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori alle imprese”.
Tra i primi firmatari del Manifesto Cisl ci sono Giulio Sapelli, Alberto Berrini, Tiziano Treu, Pietro Ichino, Franca Maino, Marina Brollo, Giancarlo Rovati.