Luigi Sbarra: insoddisfazione per l’incontro al ministero dell’Economia e delle Finanze

Dal confronto del 29 novembre tra il ministro Daniele Franco e Cgil, Cisl e Uil non è emersa la volontà del governo di ridurre le tasse per le fasce di reddito medie e basse

Luigi Sbarra ha espresso insoddisfazione per l’esito dell’incontro con il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, che si è svolto nella serata del 29 novembre con Cgil, Cisl e Uil. Sul tavolo la bozza di legge di bilancio e le richieste dei sindacati di dare un segnale più forte, in termini di misure fiscali soprattutto, verso le categorie più svantaggiate come lavoratori con redditi medi e bassi e pensionati. Per i sindacati, la manovra è attualmente sbilanciata sui redditi più alti.
Ha dichiarato Sbarra:

“Abbiamo chiesto un tavolo tecnico finalizzato a costruire soluzioni non incompatibili con quelle trovate nella cabina di regia, ma in grado di correggerne le distorsioni, spingendo più in basso i vantaggi dell’intervento di riduzione fiscale. Abbiamo chiesto inoltre che tutte le risorse disponibili per l’intervento fiscale fossero destinate a ridurre il prelievo sui redditi da lavoro e pensione e di considerare tale intervento il primo step della riforma fiscale, per la quale chiediamo un’accelerazione dei tempi di emanazione dei decreti delegati, previo ulteriore confronto con il sindacato”.

Luigi Sbarra: il ministro si è mostrato indisponibile

Il segretario generale Cisl ha sottolineato che il ministro si è mostrato indisponibile a ricercare soluzioni che modificassero l’impostazione della manovra fiscale e, al contempo, non ha fornito rassicurazioni sui tempi della riforma.
Per Sbarra, è necessario che il Governo recuperi una fase di confronto sul merito delle questioni aperte:

“Anche per tale ragione le iniziative nei luoghi di lavoro e nei territori proseguiranno nei prossimi giorni per discutere con lavoratori e pensionati sui contenuti delle nostre proposte, sullo stato del confronto col Governo e sulla necessità di esercitare una forte pressione sociale per cambiare l’impostazione della Legge di Bilancio”.