“L’aspettativa di vita cresce in Italia, ma aumentano gli anziani malati e malati gravi. Se guardiamo al futuro, sappiamo che le generazioni prossime saranno composte da un numero sempre minore di figli, con stipendi più bassi. Come potranno queste famiglie, da sole, a farsi carico dei loro anziani?”, Emilio Didonè, segretario generale di FNP CISL pensionati Lombardia, si fa questa domanda alla lettura del Report anno 2020 che l’organizzazione dei Pensionati Cisl ha dedicato all’universo delle Rsa (prima dell’emergenza Covid) in Lombardia.
Strutture mediamente costose, dislocate a macchia di leopardo nei territori lombardi e, anche in tempi non normali dovuti al covid19 permangono le liste di attesa. Questo è l’identikit che esce dal report FNP CISL, che esamina e analizza nei particolari le 709 strutture Rsa, disseminate nelle province lombarde, e cerca anche di aprire una finestra su altri sistemi assistenziali disponibili per gli anziani non autosufficienti.
“Lo scenario che abbiamo analizzato offre spunti di qualche preoccupazione – continua Didonè –: le rette e i servizi non sono omogenei di provincia in provincia. I posti letto con la compartecipazione pubblica della spesa sono diminuiti mentre sono aumentati i posti con rette a totale carico delle famiglie. Siamo di fronte a un quadro di offerta molto frammentato che non è in grado oggi di rispondere pienamente a una domanda di servizi in crescita continua. Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo, e in Lombardia sono circa 367.000 gli anziani over 65 anni con limitazioni funzionali che necessitano di cure e assistenza continua”. Una riflessione, quella proposta dal Report FNP CISL che “obbliga” a seri ripensamenti anche prima di quanto successo durante la pandemia.
Al 31 dicembre 2020, i posti letto accreditati nelle Rsa lombarde, cioè i posti letto autorizzati e abilitati, sono 64.933, un più 501 posti letto rispetto al 2019. Mentre calano ancora i posti letto contrattualizzati – riconosciuti da Regione Lombardia con regolare contratto e finanziati, in parte, dal Fondo Sanitario Regionale – che sono fermi a 57.513, 90 posti letto in meno rispetto al 2019, ovviamente le Rsa con i posti letto contrattualizzati sono le più gettonate dalle famiglie, la Regione Lombardia contribuisce alla spesa della retta con una cifra variabile, che tiene conto della condizione sanitaria dell’ospite ricoverato in Rsa.
In un “mercato” di domanda in crescita, molte Rsa hanno ritenuto opportuno aumentare l’offerta proponendo posti letto solventi, cioè a totale carico della persona e famiglia. Infatti, nel 2020 i posti letto solventi sono saliti a 7.367 unità, con un più 90 posti letto rispetto al 2019. Il costo rette alberghiere delle Rsa sono un tema molto delicato, in assenza di vincoli normativi, le tariffe variano di molto nelle Rsa lombarde. Abbiamo verificato che: la differenza va da una retta minima media di 50,70 € giorno nella Ats Montagna ad una retta media massima di 93,29 € giorno nella Ats Città Metropolitana di Milano.
Oltre ad affrontare rette molto salate una volta ricoverato l’anziano, prima le famiglie sono costrette a superare sia la prova delle liste di attesa, peregrinando da una Rsa all’altra Rsa in attesa di un posto letto, e sia il confronto dei costi delle rette Rsa, giunte ormai a livelli difficilmente sostenibili per molte famiglie.
In Lombardia, gli assistenti familiari – le comuni “badanti” – regolarmente assunti sono
74.413 si stima circa i 40% del totale, mentre gli irregolari si stima siano circa 111.620, per un totale di circa 186.034. Considerando il costo un costo a carico della famiglia pari a circa 17.000€ lordi all’anno, si può valutare che il costo complessivo per tale comparto può arrivare a circa 3,2 miliardi di euro all’anno. Possiamo quindi stimare che, complessivamente, le famiglie in Lombardia spendono ogni anno per l’assistenza dei propri familiari a domicilio con assistenti familiari (circa 3,2 mld/€) e per i ricoverati in Rsa (circa 1,6 mld/€), pertanto complessivamente la spesa per le famiglie è circa 4,8 mld/ di Euro all’anno.