Liste d’attesa: Le regioni dicono sì al piano nazionale

Nei prossimi giorni regioni e Ministero della Salute si rincontreranno per definire la stesura del Patto della salute per gli anni 2019-21. Tra i punti più importanti quello riguardante le liste di attesa.

Secondo la bozza in discussione i Direttori Generali delle ASL dovranno rispettare i tempi massimi previsti per legge, altrimenti saranno rimossi dal loro incarico.

Verrà istituito l’Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa con rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), delle Regioni, dell’Istituto Superiore di Sanità e dalle Organizzazioni civiche di tutela del diritto alla salute.

L’Osservatorio, oltre ad affiancare le Regioni nell’implementazione del Piano, provvederà a monitorare l’andamento degli interventi previsti, rilevare le criticità e fornire indicazioni per uniformare i comportamenti, superare le disuguaglianze e rispondere in modo puntuale ai bisogni dei cittadini.

“Finalmente dopo 10 anni di pressioni, confronti e sollecitazioni – Commenta Emilio Didoné, segretario generale della FNP Lombardia – si ammette, prima di tutto che esiste un’emergenza liste d’attesa e che non è una invenzione dei sindacalisti e si cerca almeno di affrontarlo.”

Un primo passo importante, ma non sufficiente secondo il sindacalista: “Dopo i tagli dei governi precedenti devono essere rivisti anche il numero di posti letto ogni 1.000 abitanti, molto inferiore rispetto agli altri paesi europei, altro collo di bottiglia del nostro sistema sanitario, che ricade soprattutto su: pronto soccorso, cittadini, medici e operatori tutti.” Le buone intenzioni, insomma, non potranno bastare se non si investiranno più risorse.

Se tutti i tempi previsti verranno rispettati, entro 120 giorni dall’approvazione del nuovo Piano Nazionale, entreranno in vigore i nuovi limiti di attesa per le prestazioni ambulatoriali.

Vengono ribadite le classi di priorità già in vigore con un’importante novità.

Viene stabilito un limite anche per le prestazioni programmate, quelle che cioè non rientrano nelle classi di priorità di urgenza o differibili in trenta o sessanta giorni. Dal 2020 le “prestazioni programmate” (sui certificati indicati con la lettera P) non dovranno superare il limite di attesa di 120 giorni (180 nel 2019).

Qualora i tempi non verranno rispettati, le prestazioni e le visite saranno erogate in regime di libera professione (attività intramoenia) con costi a carico delle aziende sanitarie e i pazienti dovranno pagare soltanto i ticket.


Scarica il documento completo riguardante le liste d’attesa