Colpo di scena per la sanità privata che sperava di aver raggiunto il traguardo del rinnovo contrattuale atteso da 14 anni.
La pre intesa è saltata, Aris e Aiop si sono rifiutati di firmare.
E dunque non c’è scelta: si va allo sciopero nazionale.
La posizione dei sindacati è netta: “Si tratta di un gravissimo precedente che mette in discussione un sistema consolidato di relazioni sindacali. Non possiamo accettare un comportamento tanto irresponsabile da quelle stesse controparti che, solo il 10 giugno, avevano firmato, dopo una lunga trattativa”.
Lo dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri.
“Parliamo di un rinnovo contrattuale atteso da oltre 100mila donne e uomini che, al pari dei propri colleghi del servizio sanitario pubblico, si sono messi in gioco in prima persona per salvare vite umane durante l’emergenza Covid. Aris ed Aiop – continuano i segretari – ed imprese a loro iscritte, fanno grandi profitti con risorse pubbliche ma non hanno certo nessun riguardo nemmeno per i cittadini che dovranno fruire dei servizi sanitari nelle loro strutture e che rischiano di subire i disagi inevitabili delle mobilitazioni verso chi si rifiuta di rinnovare il contratto.
Chiediamo – concludono Landini, Furlan e Bombardieri – che le Regioni e il Governo facciano immediatamente sentire la propria voce in difesa dei diritti di tutti i professionisti sanitari, impegnandosi, in caso di mancato rinnovo, per una revisione integrale del sistema degli accreditamenti, così come ci aspettiamo un intervento deciso da parte di Confindustria già nelle prossime ore.
In assenza di una ratifica definitiva lo sciopero nazionale di comparto resta inevitabile”.
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