Lettera agli iscritti di Annamaria Furlan: Una storia durata settant’anni e ancora attuale

«Bisogna saper parlare con sincerità ai lavoratori, nulla nascondere e nulla ampliare. Onestà, rettitudine, laboriosità, disinteresse sono tutte virtù di cui noi dovremmo essere in possesso”. Era uno dei passaggi più intensi e significativi del discorso di Giulio Pastore al Teatro Adriano il 30 aprile 1950, il giorno della fondazione della Cisl. Sono passati settant’anni da quello storico avvenimento che ha segnato il percorso del movimento sindacale e le relazioni industriali nel nostro Paese. »

Inizia citando il fondatore della CISL la lunga lettera che la Segretaria Generale della CISL ha scritto rivolgendosi a tutti gli iscritti alla confederazione per ricordare i settantacinque anni della confederazione, un anniversario che si sarebbe dovuto festeggiare con una grande celebrazione che a causa del corona virus è stata sospesa.

«Settant’anni fa – ricorda Furlan – la Cisl seppe indicare ad un Paese uscito a pezzi dal conflitto mondiale, la strada della rinascita civile e delle necessarie riforme economiche e sociali, ponendo al primo posto i diritti della persona, la dignità e la sicurezza del lavoro, la costruzione dell’Europa, l’unità tra Nord e Sud, l’inclusione sociale, la lotta alla povertà. Sono i grandi valori morali e culturali del cattolicesimo sociale che rappresentano una parte importante delle nostre radici ideali e culturali. Oggi come allora dobbiamo ripartire dagli stessi valori, per tornare a guardare al futuro con coraggio e fiducia. »

La Segretaria generale della CISL prosegue ricordando che, come nel dopoguerra:

«Oggi più che mai, il ruolo della Cisl è decisivo in questa fase difficile di nuova “ricostruzione” del Paese.

Nulla sarà come prima dopo questa emergenza sanitaria: bisognerà siglare accordi innovativi con le aziende per cambiare radicalmente il modo di produrre, riorganizzare il lavoro e gli orari, diffondere lo smart working, utilizzare le nuove tecnologie in tutti i settori per salvaguardare la salute delle persone, senza danneggiare la qualità e la produttività.

Dobbiamo ripensare il ruolo dei servizi pubblici, dei trasporti, modificare il nostro stile di vita.

Questa fase può e deve diventare anche una opportunità per estendere la democrazia economica in tutti i luoghi di lavoro, perché avremo bisogno di più partecipazione alle decisioni, più coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte produttive delle aziende.»

La lettera si conclude ricordando il patrimonio di idee che hanno fatto grande la CISL:

«Quelle idee lungimiranti restano per noi un punto di riferimento ideale e culturale, un patrimonio di principi, valori e moralità di cui il nostro Paese ha ancora enormemente bisogno per poter affrontare le nuove sfide.»

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