Le visite in intramoenia non devono essere la soluzione

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I dati Agenas mostra una crescita delle visite private negli ospedali pubblici, dopo il calo dovuto al Covid

Le visite in intramoenia, cioè le prestazioni professionali a pagamento all’interno di ospedali pubblici, figurano in crescita dopo il calo del 2020. I dati vengono dal “Report dei Monitoraggi Nazionali ex ante dei tempi di attesa per l’attività libera professionale intramuraria (ALPI) e volumi di prestazioni ambulatoriali e di ricovero erogate in attività Istituzionale e ALPI”, a cura dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali; il periodo considerato va dal 2019 al 2022.
Nel 2020 c’è stato un calo generalizzato di visite ed esami. Dopo la pandemia, gli italiani hanno ripreso a prenotare visite ed esami specialistici, sia mediante il servizio pubblico che in prestazioni intramoenia.
Nel 2019, le prestazioni erogate in ALPI erano 4.765.345 contro le 4.932.720 del 2022, mentre quelle in istituzionale erano 58.992.277 nel 2019 contro le 59.793.294 del 2022.

Le visite in intramoenia: regioni e tipologie di esami

Per l’intramoenia, l’importo medio nazionale è stato, nel 2022, di 13.700 euro ogni mille abitanti (come si legge nella tabella, ndr). In Lombardia, la spesa per 1000 abitanti per visite in intramoenia è di 13.380 euro, in linea con la media nazionale. Si spende di più, ad esempio, in Emilia Romagna (25.250 euro ogni 1000 abitanti) e in Toscana, (23.320 euro ogni 1000 abitanti).

La maggior parte delle richieste (circa il 78% del totale) riguarda le visite specialistiche; di contro il 22% di prenotazioni riguarda le prestazioni diagnostiche. In tutta Italia, le visite più prenotate in intramoenia sono state: la visita ortopedica, la visita cardiologica, la visita ginecologica. Per quanto riguarda le prestazioni strumentali, quelle maggiormente richieste sono l’elettrocardiogramma e l’ecografia all’addome inferiore.
L’intramoenia sembra sopperire alle lacune del servizio pubblico e c’è da aggiungere, che, oltre a questa strada, molti italiani scelgono di curarsi presso strutture private che non operano con il servizio nazionale. Anche in questo caso, è il segnale di un sistema che non riesce a soddisfare i bisogni della popolazione, se non ricorrendo alle prestazioni a pagamento.

Immagine di copertina tratta da “Report dei Monitoraggi Nazionali ex ante dei tempi di attesa per l’attività libera professionale intramuraria (ALPI) e volumi di prestazioni ambulatoriali e di ricovero erogate in attività Istituzionale e ALPI”