La Sanità va rimessa al centro dell’attenzione del sindacato

Di seguito un estratto dell’articolo di Luigi Maffezzoli, componente segreteria FNP Milano Metropoli, pubblicato sull’ultimo numero di Pensionati Protagonisti, il periodico di Fnp Cisl Milano Metropoli.

 

Abbiamo attraversato la più grave crisi sanitaria degli ultimi cento anni. La Lombardia ha avuto più morti in termini assoluti e percentuali delle altre regioni. La nostra sanità, tanto decantata, si è mostrata fragile, i territori non hanno saputo dare le risposte necessarie (…) .

Ora è venuto il momento di cambiare perché un disastro simile non si ripeta. Grazie alle risorse del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stanno arrivando nuove risorse dall’Europa anche per la sanità da destinare al rafforzamento della medicina territoriale, alla telemedicina e alla digitalizzazione. Risorse che secondo il sindacato andrebbero aumentate ma che, soprattutto, vanno spese bene. Siamo lontani da quel modello universalistico di sanità che avevano sognato i legislatori del 1978 e che era frutto, non dimentichiamolo, anche di tante lotte sindacali.

(…)

In Lombardia è stata sacrificata la sanità di prossimità, in un modello organizzativo che ha visto come baricentro gli ospedali piuttosto che il territorio. Con il sistema di accreditamento si è messo sullo stesso piano sanità pubblica e sanità privata senza però rendere uguali anche i doveri e le responsabilità. Va recuperato al meglio il governo pubblico che non esclude la presenza del privato, ma lo sottomette alle necessità e alla programmazione che è responsabilità delle istituzioni preposte, possibilmente rafforzando quel dialogo sociale che spesso è mancato.

Due emergenze vanno affrontate subito (…)
La prima riguarda le liste di attesa. Non c’è diritto alla salute se per una visita bisogna aspettare tanti mesi, ma la si può ottenere in pochi giorni a pagamento. Nel 2019 le famiglie hanno speso in sanità privata 36 miliardi di euro e molti hanno rinunciato alle cure per mancanza di soldi. Non ci può essere peggiore ingiustizia.
La seconda riguarda la carenza di medici di famiglia. Molti anziani si ritrovano improvvisamente senza il dottore che li aveva assistiti per anni perché a sua volta è andato in pensione. In intere città di dimensioni medie i medici hanno raggiunto il livello massimo di assistiti e chi deve trovare un nuovo dottore è costretto a cercarlo nei paesi vicini. Chi ne fa le spese sono soprattutto i più fragili e i più anziani, chi ha difficoltà a muoversi, chi vive solo.
La capacità del sistema sanitario lombardo di risolvere in tempi brevi queste due emergenze sarà la cartina di tornasole della credibilità dei suoi annunci.

Luigi Maffezzoli, componente segreteria FNP Milano Metropoli

 

 

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