La crisi delle industrie tedesca frana la produzione anche in Lombardia: forte aumento della cassa integrazione

I venti di crisi che spazzano l’industria tedesca stanno mettendo a dura prova anche il tessuto della meccanica italiana.

In Lombardia, sostiene la Fim, i danni sono già evidenti.

Nei primi sei mesi dell’anno le tute blu costrette a ricorrere agli ammortizzatori sociali sono aumentate del 71%, toccando quota 16.502 rispetto alle 9.647 degli ultimi sei mesi del 2018.

Aumentano in modo esponenziale anche i licenziamenti (+ 189%).

Si tratta, osserva il segretario generale della Fim lombarda Andrea Donegà, di situazione complicata”, che potrebbe complicarsi ulteriormente se il rallentamento tedesco dovesse prolungarsi. Con la Germania, nota Donegà, l’Italia ha registrato nel 2018 un interscambio commerciale record di 128 miliardi. Gran parte di questa cifra deriva dalle esportazioni della Lombardia.

”Le imprese metalmeccaniche lombarde – spiega il sindacalista – sono ben inserite nella catena globale del valore e nell’economia tedesca, che rappresenta il nostro principale mercato di sbocco, soprattutto per quanto riguarda la produzione di semi-lavorati, macchine utensili e componentistica auto”.

A pagare un prezzo particolarmente alto è soprattutto l’automotive, che paga le difficoltà delle case tedesche. In generale, ne va del futuro della nostra industria, sottolinea Donegà, visto ”i prodotti spediti in Germania hanno alto valore aggiunto e grande contenuto tecnologico in grado, quindi, di dare spinta al nostro tessuto industriale e sociale.

Ecco perché il nuovo Governo – questa la richiesta – deve rimettere il lavoro, l’industria e gli investimenti al primo posto dell’agenda politica occupandosi anche di accompagnare le transizioni verso produzioni più sostenibili da cui potremo guadagnare tanto in termini di impatto ambientale che di creazione di nuovi posti di lavoro”.

Articolo tratto da Conquiste del Lavoro