Il rapporto annuale Inps conferma le tendenze evidenziate dai sindacati

Donne penalizzate e il tema dei lavori usuranti restano temi attuali

Il rapporto annuale Inps 2023 conferma quanto dice il sindacato sulle diseguaglianze che coinvolgono alcune fasce di lavoratori rispetto alle pensioni. Lo ha dichiarato Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl, dopo la presentazione di mercoledì 13 settembre del ventitreesimo rapporto dell’Istituto previdenziale.

Tra gli elementi emersi, infatti, e riportati dalla stampa questa mattina, c’è la diversa aspettativa di vita tra i lavoratori meno abbienti e i professionisti con stipendi più alti: una differenza che può arrivare a 5 anni.
In un’Italia diseguale, nelle opportunità di lavoro e nel mercato, l’aspettativa di vita cambia da Nord a Sud mentre le pensioni sono minori, a esempio, nelle donne.

Ganga ha dunque ricordato che, a fronte del rapporto annuale Inps, restano valide le osservazioni sul sindacato che richiama da tempo una maggiore attenzione alle lavoratrici donne e a chi svolge mansioni gravose e usuranti.

Nel prossimo incontro con l’Osservatorio della spesa previdenziale fissato per il 18 settembre, la Cisl ribadirà al dicastero l’urgenza di un nuovo periodo di silenzio-assenso per l’adesione ai fondi pensione complementare accompagnato da una diffusa campagna informativa rivolta in particolare ai giovani.

Il rapporto Inps rileva che i trattamenti pensionistici dell’Istituto sono poco meno di 21 milioni, su una platea di 16,1 milioni di pensionati. L’importo medio delle pensioni di anzianità/anticipate è di 1.915 euro. È invece di 889 euro l’importo medio delle pensioni di vecchiaia che si caratterizzano per una minore anzianità contributiva. Le prestazioni assistenziali si attestano attorno ai 470 euro.

Per leggere le dichiarazioni di Ganga

https://www.cisl.it/notizie/in-evidenza/previdenza-ganga-il-rapporto-inps-conferma-le-tendenze-messe-in-evidenza-da-tempo-dalle-organizzazioni-sindacali/