Il discorso di Sergio Mattarella sulla democrazia

Mattarella luglio 2024

L’intervento del presidente della Repubblica del 3 luglio scorso a Trieste ha sottolineato i valori delle libertà e dei diritti di tutti, maggioranze e minoranze

Il discorso di Sergio Mattarella sulla democrazia, di cui si è parlato nei giorni scorsi sui media, è stato pronunciato il 3 luglio a Trieste, in occasione della cinquantesima settimana sociale dei cattolici. È un intervento lungo – in versione pdf occupa sedici pagine – e comprende riferimenti storici e teorici differenti, spunti per riflettere sui governi e sulle società attuali. Al di là delle interpretazioni politiche che si sono succedute sulle sue parole, l’intervento del presidente della Repubblica ricorda che “la democrazia non è mai conquistata per sempre” e che va difesa, lavorando a migliorarne gli aspetti in riferimento alle libertà delle persone, a ciò che porta democrazia sostanziale e alla definizione del bene comune, che non si deve confondere con l’interesse di un gruppo di persone, maggioritario o no.

Citando Norberto Bobbio, ad esempio, il presidente ha detto:

“le condizioni minime della democrazia sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze”.

Le osservazioni del presidente rammentano i punti deboli di democrazie imperfette, nelle quali possono nascondersi i rischi di tentazioni autoritarie, e segnalano che la sola presenza di elezioni e di diritto di voto non fa di una nazione una democrazia.

“Democrazie imperfette vulnerano le libertà: ove si manifesta una partecipazione elettorale modesta. Oppure ove il principio “un uomo-un voto” venga distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori. Ancor più le libertà risulterebbero vulnerate ipotizzando democrazie affievolite, depotenziate da tratti illiberali. Ci soccorre anche qui Bobbio quando ammonisce che non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti “in nome del dovere di governare”. Una democrazia “della maggioranza” sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione, per la confusione tra strumenti di governo e tutela della effettiva condizione di diritti e di libertà”.

Importanti anche i riferimenti alla partecipazione e all’educazione complessiva dei cittadini alle regole democratiche, così come l’accento sui valori della pace.

Per leggere l’intervento integrale:

https://www.quirinale.it/elementi/116447