Gli industriali all’attacco del governo. Furlan: più concertazione e rinnovare tutti i contratti

Patto per l’Italia o rischiamo una crisi irreversibile.

L’appello del leader di Confindustria Bomoni, lanciato dalle colonne del quotidiano La Stampa a governo e parti sociali, non coglie certo impreparati i sindacati confederali, da tempo mobilitati per i rischi concreti legati alla tenuta economica e sociale del Paese.

Il 18 settembre ci sarà una manifestazione nella quale Cgil Cisl e Uil torneranno a sostenere la necessità di un incontro con il governo e del rinnovo dei contratti.

Ci sono infatti 10 milioni di lavoratori che hanno il contratto scaduto: è questa la prima emergenza. ”Vedo ancora rigidità: spero che l’incontro del 7 settembre con Confindustria faccia chiarezza su questo punto”, sottolinea la segretaria generale della Cisl Furlan.

Il patto proposto da Bonomi ruota su tre punti essenziali: un piano di riforme strutturali, sfruttando i fondi Ue; un piano di politica industriale di mercato, rinunciando a ogni disegno statalista; una operazione fiducia sulle imprese. Da Bonomi dure critiche alle misure anti-crisi del governo: ”C’è un timido segnale, ma mancano oltre 400 decreti attuativi.

Furlan replica rimarcando la centralità della contrattazione e sostenendo che ”è il momento di attivare confronti seri e produttivi.

Noi abbiamo firmato insieme il Patto per la fabbrica: quell’accordo va rispettato da tutti perché definisce bene come si fanno i contratti e la loro importanza per la crescita del Paese. Attraverso la contrattazione possiamo gestire l’innovazione, la formazione delle nuove competenze e la partecipazione dei lavoratori usando tutti gli strumenti contrattuali.

Mi auguro che l’incontro del 7 faccia chiarezza e che si confermi la volontà di mettere al centro la contrattazione e si inizi a lavorare seriamente. Basta battute ad effetto sui giornali, oggi è il momento di attivare confronti seri e produttivi”.

Conclude la leader Cisl: ”Oggi è ancora più necessario rinnovare tutti i contratti nazionali scaduti e potenziare gli strumenti della bilateralità che significa rafforzare imprese e lavoratori attraverso il welfare contrattuale, sanità e pensioni integrative. Questa è la strada per innovare le relazioni industriali nel segno della partecipazione e di una maggiore equità”.

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