Fondo San Giuseppe: aiutate 1389 famiglie. 

La chiusura di molte attività produttive causa Covid19, da marzo 2020, ha indotto l’Arcivescovo Mons. Mario Delpini a istituire un Fondo di aiuto economico denominato Fondo San Giuseppe per contrastare l’aumento delle condizioni di povertà delle molte persone e famiglie di lavoratori meno tutelati.

La risposta e la partecipazione al Fondo San Giuseppe è stata straordinaria sin dall’inizio, con il contributo generoso di singoli cittadini e delle istituzioni, a partire dal Comune di Milano e dalla Fondazione Cariplo.

In breve: ai primi di luglio 2020 le domande pervenute dalle Parrocchie o per auto candidatura (31%) sono state 1389.

La maggioranza è riferita a nuclei familiari con minori, solo il 20% è single. Quasi in parità gli uomini e le donne (52%), in leggera maggioranza (52%) i richiedenti stranieri.

Significativa la tipologia della situazione lavorativa delle richieste sinora esaminate: licenziati 75, CIF/FIS/sospesi 235, lavoratori autonomi (con blocco o riduzione significativa delle attività) 112, lavoratori parasubordinati o occasionali 192, altro 200.

Il contributo alle famiglie o alle persone viene erogato tramite la Parrocchia di appartenenza secondo le modalità indicate dalla Commissione di valutazione, generalmente in tre rate, per l’importo variabile a seconda il numero dei componenti a partire da 400 Euro.

Dalle segnalazioni delle volontarie e volontari dei centri di ascolto parrocchiali emerge, in tutta la sua drammaticità, anche il lavoro irregolare che è venuto meno da marzo 2020, con pesanti conseguenze sull’equilibrio economico di molti.

Si tratta di lavoratori domestici, addetti all’assistenza alle persone anziane, ammalate, bambini, lavapiatti e aiuto cucina, baristi e commessi, addetti a piccoli trasporti, aiuto sartorie, parrucchieri e centri estetici, lavoratori dell’edilizia.

Le situazioni di lavoro irregolare non possono accedere al FSG per mancanza del requisito essenziale che è la perdita del lavoro regolare, ma sono state comunque accolte e valutate per l’accesso al Fondo diocesano di assistenza, abitualmente gestito dal Servizio Siloe (Caritas Ambrosiana), che ha visto raddoppiare in pochi mesi il numero delle domande.

La previsione che l’emergenza lavorativa proseguirà anche dopo l’estate porta a considerare la necessità di integrare gli interventi del FSG con le azioni di ricerca attiva e dei tirocini (gestiti da Fondazione san Carlo) previsti dal Fondo famiglia Lavoro che, prima dell’interruzione per la pandemia, ha dato buoni risultati per i richiedenti, avendo aperto la possibilità di accesso anche ai giovani disoccupati che vivono in famiglia.