Emergenza liste d’attesa in Lombardia: la Regione corre ai ripari, sarà sufficiente?

Nella delibera regionale, premialità e penalizzazioni per indurre gli enti accreditati a ridurre i tempi. Fnp Cisl Milano Metropoli esprime alcune perplessità

È emergenza liste d’attesa in Lombardia per le visite mediche specialistiche. I tempi sono sempre più lunghi per ottenere una visita specialistica con il Sistema Sanitario Nazionale. In alcuni casi bisogna attendere più di un anno, ma quella stessa visita è possibile effettuarla, in pochi giorni, a pagamento. In questo modo il diritto alla salute sancito dalla costituzione viene messo in discussione alla radice.

La situazione è ancora più grave quando i tempi d’attesa si riferiscono a ricoveri o pre ricoveri per mali per i quali la prontezza dei tempi è essenziale. Se ne sta rendendo conto anche Regione Lombardia che, nei giorni scorsi, ha approvato una delibera che, secondo le intenzioni dell’Assessore Moratti, dovrebbe accelerare i tempi delle prestazioni. Viene prevista una decurtazione delle risorse date ai soggetti accreditati dal SSN dello 0,5% qualora non siano garantiti i tempi target a suo tempo stabiliti dalla Regione per visite specialistiche e ricoveri almeno all’85%. Il risparmio verrà dato come premio alle strutture che garantiscono i tempi target a oltre il 90% delle prestazioni. Per ora il provvedimento sarà riservato solo al campo oncologico, con la possibilità che venga esteso più avanti in termini generalizzati anche su diagnostica e visite specialistiche.

Emergenza liste d’attesa: il provvedimento regionale basterà?

“Ogni provvedimento che si proponga di ridurre i tempi della sanità è benvenuto”

si ribadisce in Fnp Cisl Milano Metropoli,

“ma siamo un po’ scettici che bastino dei premi o delle penalizzazioni per ridurre le liste d’attesa, senza che siano affrontati i nodi strutturali del sistema quale quello del rapporto tra prestazioni pubbliche e prestazioni a pagamento.”

Il tema sta molto a cuore al sindacato dei pensionati della Cisl.

“Insieme alla Confederazione, nelle prossime settimane intendiamo effettuare un’indagine approfondita in tutta la città metropolitana sullo stato della medicina di prossimità e su quella specialistica, in particolare sui tempi d’attesa. Non è più ammissibile che la stessa prestazione sia ottenibile dalla medesima struttura in tempi stretti se si paga e in tempi biblici se ci si rivolge al SSN.”