Donne e lavoro: un investimento per il Paese

Daniela Fumarola 8 marzo 2025

Se ne è parlato al convegno Cisl in occasione dell’otto marzo

Il rapporto tra donne e lavoro è stato al centro dell’evento Cisl che si è svolto ieri, sabato 8 marzo, all’Auditorium di Via Rieti a Roma. In occasione della Festa internazionale della donna, il sindacato confederale ha organizzato il convegno dal titolo “Donne, lavoro, futuro. La partecipazione che fa crescere il Paese”, incontro che ha visto, tra gli altri, la presenza di Daniela Fumarola e di Mattia Pirulli per la segreteria Cisl, di Angela Alberti per la Cisl Lombardia e della ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone. Il ruolo dell’occupazione femminile è stato ricordato da Daniela Fumarola come un valore, per la libertà e la dignità delle donne, ma anche in una prospettiva di sviluppo economico complessivo. Incentivare il lavoro delle donne è, allora, un dovere morale, una questione di giustizia ed eguaglianza, ma anche un investimento, una strategia efficace per tutti, come ha detto Daniela Fumarola:

L’inclusione delle donne nel mercato del lavoro è il più grande investimento che possiamo fare per il futuro del nostro Paese. (…) Più donne che lavorano significano più crescita, più benessere e una società più equa. Non possiamo più accettare barriere culturali e strutturali che penalizzano il talento e il contributo delle donne all’economia e alla vita pubblica.

Donne e lavoro: i dati del Cnel

Il dibattito sulle donne al lavoro era stato innescato, già dal 7 marzo, dai dati diffusi dal Cnel, Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Anche se i numeri sono più confortanti rispetto al passato, molto resta ancora da fare per colmare il gender gap, divario di genere, che vede le donne lavorare meno, ricoprire meno di frequente ruoli apicali, avere una carriera professionale discontinua, stipendi più bassi rispetto agli uomini e pensioni di minore entità.
Secondo il rapporto Cnel-Istat, le donne che lavorano sono quasi 10 milioni. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni si attesta al 52,5% per la componente femminile e al 70,4% per quella maschile, con un divario di genere di quasi 18 punti percentuali.

Sul totale degli occupati, il 31,5% delle donne (circa 3 milioni) lavora part time, contro l’8,1% degli uomini (circa un milione). Nella classe di età 25-54 anni solo il 6,6% degli uomini lavora a tempo parziale, contro il 31,3% delle occupate. La percentuale cala ulteriormente (4,6%) in presenza di figli, mentre tra le madri sale significativamente (36,7%). Tra le donne con figli sono soprattutto le 25-34enni a ricorrere al tempo parziale: 41%, contro il 38,1% delle 35-44enni e il 34,7% delle 45-54enni.

Il rapporto sottolinea che all’aumentare del titolo di studio aumenta la quota di occupate e diminuisce il gap tra le donne senza figli e quelle con figli. Con un’istruzione femminile più alta, inoltre, cala la percentuale di coppie in cui l’uomo è l’unico percettore di reddito: si passa dal 42,0% delle coppie in cui lei ha conseguito al più una licenza media, al 24,7% se è diplomata, all’8,5% se è laureata.
In un nucleo familiare, la possibilità di contare su un doppio reddito protegge dal rischio di povertà. Un quarto delle coppie in cui lavorano entrambi i partner ricade nel quintile di reddito più elevato, a fronte di appena il 3,8% nel caso in cui lei non lavori. Il rischio di povertà infatti riguarda oltre la metà delle famiglie monoreddito maschile e femminile a fronte, per esempio, del 3,9% delle coppie paritarie.

Per approfondire:

DONNE. MATERNITÀ E FAMIGLIA PESANO SU OCCUPAZIONE FEMMINILE

8 Marzo 2025. Fumarola all’iniziativa della Cisl: “L’inclusione delle donne nel mercato del lavoro è il più grande investimento che possiamo fare per il futuro del nostro Paese” | CISL

Il Paese cresce se cresce il lavoro femminile – Conquiste del Lavoro