Didonè: bisogna difendere e potenziare la sanità pubblica

Servono investimenti adeguati, programmazione, nuove forze lavoro

Bisogna difendere e potenziare la sanità pubblica, investire nel Servizio sanitario nazionale, risolvere i problemi che da tempo conosciamo e che sono diventati, in molti casi, un’urgenza, come le liste di attesa e la mancanza di personale. Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl nazionale, ha sollevato il problema in occasione della Conferenza nazionale per la Sanità pubblica, che si è svolta il 16 maggio a Roma. La conferenza è stata organizzata dalla rete Intersindacale – Uniti per la sanità, della quale fa parte, tra gli altri, Cisl Medici.

Ha detto Didonè:

“Difendere il Ssn seriamente a rischio, garantendone i suoi tratti di universalità ed equità. “Il Ssn pubblico non si svende ma si difende, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da un’emergenza che riguarda i servizi sanitari, a portata di mano per le persone più agiate, ma che taglia fuori coloro che invece vivono condizioni disagiate, impossibilitate a pagare e quindi costrette a rinunciare alle cure. Esami, visite e ricoveri bloccati da liste d’attesa infinite; pronto soccorsi super affollati con cittadini parcheggiati in barella per giorni in attesa di un letto prima di essere ricoverati: non è possibile accettare un Ssn che non risponde più ai bisogni del cittadino”.

Per Didonè c’è bisogno di tornare a investire in sanità: servono finanziamenti adeguati, programmazione, organizzazione e nuove forze lavoro per colmare la carenza dei 30mila medici e dei 70 mila infermieri. È necessario riordinare il nostro Servizio sanitario, rendendolo accessibile a tutti.

Didonè ha ringraziato tutti coloro che lavorano oggi nella sanità e che, pur in condizioni difficili, spesso suppliscono alle carenze del sistema e ha ricordato che, oggi, difendere il Servizio sanitario pubblico è un dovere etico, sociale, collettivo.