Mentre le Regioni si accingono a portare a termine la prima fase di vaccinazione contro SARS-Cov-2, gli esperti di tutto il mondo si chiedono in che modo procedere per le fasi successive, più complesse e controverse.
“Il Comitato nazionale per la bioetica richiama l’imprescindibilità della riflessione etica nell’ambito delle scelte di distribuzione” ha dichiarato l’organismo consultivo che dovrebbe aiutare infettivologi ed epidemiologi a stabilire i criteri per la distribuzione del vaccino nei prossimi mesi.
“A fronte delle incertezze sui vaccini, il Comitato ritiene che i criteri anche etici per individuare le priorità di categorie non possano in questo momento che essere tendenzialmente generali, da ulteriormente precisare in funzione delle nuove conoscenze scientifiche sul vaccino e della quantità di dosi inizialmente disponibili, sapendo che non sarà possibile curare tutti allo stesso momento”.
Così recita la dichiarazione di principio pubblicata il 27 novembre scorso a corredo di un documento che, a quanto pare volontariamente, si mantiene sul generale.
Scegliere, però, è tutt’altro che facile, come dimostra un dettagliato documento guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) pubblicato sempre il 27 novembre scorso e che suggerisce una roadmap decisionale.
“Non vi è dubbio – recita il documento – che i primi a dover essere vaccinati sono i lavoratori indispensabili, tra i quali quelli della sanità esposti ad alto rischio di contagio”.
Il documento dell’OMS non pone quindi tutti i lavoratori della sanità sullo stesso piano, ma prevede una stratificazione del rischio al loro interno.
Insieme ai sanitari più esposti, sono da vaccinare le popolazioni più fragili, un modello seguito anche dal piano vaccinale italiano, che ha coinvolto fin da subito le residenze per anziani.
In Italia il Piano vaccinale del Ministero per ora si limita a segnalare le categorie che beneficiano della prima fase di vaccinazione. Sulle altre non vi sono indicazioni se non generiche.
Il cronoprogramma stabilisce che gli appartenenti alle tre categorie a massima priorità siano coinvolti nel primo trimestre 2021: si tratta di 1,4 milioni di operatori sanitari, 570.000 tra personale e ospiti delle RSA e 4,4 milioni di anziani con più di 80 anni.
Entro il secondo trimestre verrà coinvolta la fascia di età 60-79 anni (13,4 milioni) e le persone con almeno una patologia cronica (7,4 milioni).
Tra il secondo e il terzo trimestre, con l’aumento delle dosi di vaccino disponibili, si passerà a vaccinare le altre categorie tra cui gli appartenenti ai servizi essenziali (insegnanti e personale scolastico, forze dell’ordine, personale delle carceri e di comunità eccetera).