Dati occupazione: Secondo il sindacato il trionfalismo è fuori luogo

Se i dati positivi dell’Istat sull’occupazione hanno dato una boccata di ossigeno al governo, ci pensano sindacati e imprese a spegnere qualche eccesso di trionfalismo.

La lettura che le parti sociali fanno della situazione economica e del lavoro è quanto mai unanime.

All’Italia mancano crescita e sviluppo, molte grandi aziende sono in fuga, le crisi industriali continuano ad accumularsi sui tavoli del Mise.

“Vediamo poca capacità nella gestione delle crisi – denuncia Annamaria Furlan -, poca attenzione. Si pensa ad altro e non a questo”.

“Il tema delle crisi industriali in tutti i settori – aggiunge – dalla manifattura ai servizi e ovviamente a tutto il terziario è il tema che ci assilla di più”. Secondo la segretaria generale della Cisl c’è poca attenzione allo sviluppo, alla crescita, ai settori produttivi e “troppo spesso il lavoro e l’impresa diventano un elemento di conta, di scontro anche dentro lo stesso governo, tra i partiti che lo compongono: questo non è accettabile”.

Nell’esecutivo, secondo la leader cislina, c’è “ormai un atteggiamento di irresponsabilità, il mancato rispetto degli accordi mette a rischio migliaia di posti di lavoro, c’è un disimpegno per quanto riguarda l’economia reale, la produzione e l’industria nel nostro Paese”.

Il riferimento è, tra l’altro, all’Ilva, alla Whirlpool, ad Atlantia. Casi rispetto ai quali “non si valutano le conseguenze di alcune dichiarazioni”.

Ma senza le imprese, ricorda Furlan, “non si creano posti di lavoro”.

La realtà è quella di un’Italia in forte difficoltà. E i dati dicono molto a riguardo. Il segretario aggiunto Cisl, Luigi Sbarra, ricorda che l’occupazione è scesa “di 34 mila unità nella fascia tra 35-49 anni, mentre aumenta soprattutto nella fascia over 50, cosa dovuta in buona parte al fatto che le riforme pensionistiche mantengono le persone più a lungo di prima al lavoro, nonostante quota 100”.

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