Dati ISTAT: aumentano gli occupati, ma cala la produzione industriale

Luci e ombre della nostra economia emergono dai dati resi noti dall’ISTAT nei giorni scorsi.

Nel secondo trimestre del 2018 si è raggiunto e superato il numero degli occupati del secondo trimestre 2008 e il tasso di occupazione 15-64 anni è tornato allo stesso livello (59,1% in entrambi i periodi)”.

Il tasso di disoccupazione scende al 10,7% nel secondo trimestre 2018 e tocca il livello più basso da sei anni.

E’, però, cambiata la composizione: in questi dieci anni è cresciuta l’incidenza del lavoro dipendente di quasi tre punti percentuali, ma soprattutto colpisce che nel II trimestre 2008 l’incidenza dei rapporti a termine sul totale era del 10,4%, nel secondo trimestre 2018 è stata del 13,4%.

Un dato non necessariamente negativo perché l’aumento dei contratti a tempo determinato potrebbe rappresentare un travaso dalle collaborazioni a progetto e a Partita Iva, dopo le norme anti-abuso introdotte nel 2015, e poi dai voucher, abrogati un anno fa.

Secondo Luigi Sbarra le recenti norme introdotte dal governo Conte, se, in positivo, potrebbero ridurre gli abusi nell’utilizzo dei contratti a tempo determinato, nel contempo potrebbero determinare “Un maggiore utilizzo dell’orario straordinario o sostituire i contratti a termine con forme di precarietà e sottotutela ben più gravi, quali le cooperative spurie e l’abuso dei tirocini o, infine, se saranno attuate le annunciate forti agevolazioni fiscali per le partite Iva, un nuovo opportunistico spostamento verso l’abuso del lavoro autonomo.”

Ma, se ci si può rallegrare dei miglioramenti dell’occupazione, un secondo dato fornito dall’ISTAT non può che farci preoccupare: la produzione industriale affronta una “brusca discesa” nel mese di luglio, registrando la prima flessione tendenziale da giugno 2016.Il calo è dell’1,3% rispetto all’anno precedente e dell’1,8% rispetto a giugno. Si tratta del risultato peggiore da oltre tre anni, a partire cioè da gennaio 2015 (-1,8%).

Nella media dei primi sette mesi la produzione è cresciuta del 2% su base annua.

Nella media del trimestre maggio-luglio, invece, il livello della produzione ha registrato una flessione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Un campanello d’allarme da non prendere alla leggera. Secondo il segretario confederale Angelo Colombini “Il clima di incertezza sulle scelte del Governo nei mesi successivi alle elezioni non ha portato buoni frutti. Non vorremmo sia l’apertura di un autunno che molti prevedevano tormentato. Occorrono misure incisive per sostenere la ripresa della nostra economia che da anni è più lenta rispetto al resto d’Europa, rilanciando investimenti infrastrutturali in tutto il paese.“


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