Dalla Via della Seta non passano i Diritti Umani

Da almeno 10 anni in Europa c’è una gara aperta per attirare tantissimi soldi in arrivo dalla Cina. In questa gara l’Italia è sul podio, dietro Germania e Francia, ma gli investimenti nel nostro Paese restano sottodimensionati rispetto all’importanza della nostra economia: importiamo il doppio di quello che esportiamo. Obiettivo del governo è esportare più made in Italy .

Davanti al presidente cinese Xi Jinping e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sono stati firmati gli accordi tra imprese e istituti di Cina e Italia.

Previsti oltre 30 intese riguardanti i nomi di importanti imprese italiane, da Ansaldo a Snam.

L’Europa non ha digerito del tutto l’iniziativa del Governo italiano ed è corsa ai ripari. “Il dialogo deve essere a livello europeo”. L’Italia è la prima tappa del viaggio del presidente cinese, seguiranno Montecarlo e la Francia. Il presidente francese riceverà martedì 26 all’Eliseo il presidente cinese assieme al presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker e alla cancelliera tedesca Angela Merkel per parlare di commercio e clima.

Resta irrisolto il problema dei diritti del lavoro nella terra del Dragone. Infatti, I lavoratori in Cina sono stati da tempo privati della libertà sindacale e del diritto di organizzare sindacati indipendenti. Secondo la legge del lavoro in Cina, la Federazione dei Sindacati di Tutta la Cina (Acftu), che è effettivamente subordinata al Partito Comunista, ha il potere per legge di organizzare tutti i sindacati, inclusa la creazione dei sindacati di base.

Pertanto, i sindacati riconosciuti legalmente raramente sono organizzati in modo indipendente e in base agli interessi dei lavoratori, costringendo molti lavoratori a ricorrere ai propri mezzi per auto organizzarsi nelle vertenze di lavoro e nelle rivendicazioni.

Nel gennaio del 2019, numerosi difensori dei diritti del lavoro, che da tempo si battono a nome di diverse Ong che si interessano di questione legate al lavoro, sono stati arrestati. La Confederazione dei sindacati di Hong Kong (Hkctu) e la Globalization Monitor (Gm) hanno lanciato un appello per chiedere al Governo cinese di liberare e di ritirare le accuse contro tutti i lavoratori, gli attivisti del lavoro ed i loro sostenitori trattenuti penalmente per aver esercitato il diritto fondamentale alla libertà sindacale.

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