CURaMI.Tech – Resindenzialità diffusa con il sostegno telematico

A Milano le persone in stato di fragilità e con malattie croniche sono ben 978.000 con un costo  complessivo a livello regionale che arriva a 45 miliardi, il 12,4% del PIL regionale. Il Covid ha certamente aggravato la situazione, soprattutto tra gli anziani: 25.000 morti in regione, l’80% anziani. Se si trasformano questi ultimi dati in spazio si dovrebbero contare 50 km. di casse mortuarie messe in fila, ci dice Maria Grazia Guida durante la Webinar di presentazione del progetto CURaMI il 19 marzo scorso.

Lanciato a fine 2020 il progetto mira ad assistere a domicilio le persone anziane e sole o in stato di necessità utilizzando le  nuove tecnologie digitali. “Intendiamo sviluppare un efficiente e moderno modello di cura basato su domiciliarità, territorialità e continuità assistenziale sociosanitaria.”

Ci dice Maria Grazia, “.. per contrastare l’isolamento sociale e relazionale di chi è più fragile a causa dell’età avanzata. L’emergenza Covid ci ha mostrato limiti e debolezze di un sistema rarefatto e inefficace, che colpisce soprattutto i più anziani. Per questo vanno pensate e attuate nuove iniziative di prossimità al fine di creare reti tra tutti gli interlocutori sanitari, assistenziali e sociali con lo scopo di limitare il disagio e l’isolamento delle persone anziane fragili».

Tutta l’attività si basa sulla rete di relazioni in remoto tra gli assistiti, i volontari, i servizi sociosanitari attraverso la piattaforma digitale di telemedicina CURAmi.TECH sviluppata in collaborazione con Applica, azienda informatica che offre servizi e prodotti basati sulle tecnologie innovative e avanzate.

CURaMI.Tech è una piattaforma digitale attraverso la quale viene stabilito e mantenuto un contatto diretto tra la persona anziana e l’operatore o volontario dell’associazione Amici Casa della carità e gli operatori e le strutture sociosanitari.

Il dialogo avviene attraverso l’APP di CURaMI.Tech installata su un tablet che viene lasciato in dotazione all’anziano insieme a un’apposita scheda SIM.

L’anziano viene seguito quotidianamente in remoto dal volontario collegato al vicino centro Multiservizi sociosanitari Adriano Community Center, una struttura inizialmente predisposta come RSA e diventata RSA  diffusa nel territorio.

Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità e artefice di questa sperimentazione, ci ricorda l’attenzione da sempre perseguita verso processi sociali con al centro la dignità delle  persone, percorsi che devono far sì che territorio, relazioni e prossimità diventino determinanti nelle relazioni sociali.

“Occorre mettere in moto capacità di relazione forte, far crescere la cultura di prossimità, di alleanze e di inclusione, cambiando il pensiero, lo sguardo verso gli anziani…far sì che non siano solo un problema di cura da confinare in luoghi separati. Per loro è importante la vicinanza e la tecnologia può essere messa al servizio di tutto ciò. La comunità deve diventare un sostegno alla ricchezza degli anziani e questo per non lasciare l’anziano a misurare quanto gli manca, ma a far sì che si senta protagonista fino alla fine della vita e dare senso agli ultimi spazi che gli restano.”  E questo proprio perché, come ci ricorda Colmegna citando un detto senegalese “quando un anziano muore è una biblioteca che si brucia”.

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Nadia Bertin

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